04/11/2010, 00.00
TURCHIA
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Obbligatori i valori islamici nelle scuole turche, propone la Commissione per l’educazione

I sindacati sono contrari alla proposta che verrà dibattuta dal Consiglio nazionale dell’educazione, la cui maggioranza è legata al Partito del governo, perché porterà alla legittimizzazione e alla diffusione dell’ideologia islamica nei primi gradi dell’istruzione.

Ankara (AsiaNews/Agenzie) - I valori insegnati nelle scuole turche dovrebbero essere basati sulla “fede in Dio” e impartiti usando la terminologia islamica, ha detto una commissione del Consiglio dell’educazione nazionale, creando preoccupazione fra gli educatori del Paese. Diverse commissioni all’interno del Consiglio hanno annunciato proposte di riforma che dovrebbero incidere sulla durata dell’educazione obbligatoria, e sul fatto che le classi siano o non siano miste. Anche se le proposte devono poi essere adottate dall’assemblea generale del Consiglio, molti temono che tendano a tentare di imporre un’ideologia islamica sul sistema di educazione nazionale. Fra le varie proposte in discussione c’è quella di cambiare il sistema attuale (otto anni di formazione primaria ininterrotta) in uno a diviso in due parti, così da permettere agli studenti più giovani di frequentare scuole religiose-vocazionali (iman-hatin).

Il sistema attuale di otto anni di istruzione obbligatoria e ininterrotta è una conseguenza dell’intervento militare non armato del 28 febbraio 1997, che portò alla chiusura delle scuole religioso-vocazionali. Se questa proposta passerà nell’assemblea generale del Consiglio educativo nazionale e sarà approvata dal Ministero dell’istruzione riporterà la situazione alla vecchi struttura, spezzando in due tronconi il periodo di istruzione obbligatoria. I funzionari del Ministero hanno difeso la proposta, dicendo che potrebbe risolvere il problema di avere in classe studenti dall’età molto diversa. Ma i critici sostengono che spezzando in due tronconi il periodo di istruzione obbligatoria, sarà possibile in futuro sostenere che in realtà solo i primi cinque anni saranno obbligatori”.

I  rappresentanti del Sindacato del personale insegnante e della scuola hanno lasciato il Consiglio in segno di protesta perché il tempo dato ai sindacati per presentare le loro opinioni era troppo breve, e perché sostengono che le riforme porteranno a una legittimizzazione e a una maggiore diffusione dell’ideologia islamica nell’educazione. I sindacati lamentano anche che il Consiglio sia dominato dai rappresentanti del partito al potere. “Ce ne siamo andati perché il Consiglio non si è riunito in un modo democratico, partecipativo e democratico” ha detto una dei sindacalisti. E sulla divisione fra maschi e femmine ha aggiunto: “Il suggerimento di creare classi e scuole divise in base al sesso sono fatte da persone vicine al partito al governo”.

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