Obama ritarda l'attacco alla Siria, e concede tempo alla Russia e a se stesso
Washington (AsiaNews) - Il presidente Barack Obama ha deciso di posporre il minacciato attacco militare contro la Siria, dando tempo all'azione diplomatica della Russia, che ha proposto il controllo internazionale e la distruzione degli armamenti chimici posseduti da Damasco. In tal modo egli ha anche posposto un voto del Congresso sull'attacco militare, che rischiava di segnare un fallimento per lo steso Obama, data la probabile maggioranza dei voti contrari.
Il discorso era stato preannunciato come un forte appello alla nazione e al Congresso per autorizzare l'uso della forza. Ma ieri sera egli ha concesso che l'iniziativa russa "ha il potenziale di cancellare la minaccia di armi chimiche senza l'uso della forza", sebbene condito con un certo scetticismo: "Intanto - ha aggiunto - ho ordinato ai nostri soldati di mantenere le attuali posizioni, mettere pressioni su Assad e essere in posizione per rispondere se la diplomazia fallisce".
Il gesto di Obama appare anche un salvataggio all'ultimo minuto della sua leadership. Dopo aver dichiarato di voler attaccare la Siria per aver usato contro il suo popolo delle armi chimiche, fra il pubblico e i parlamentari Usa è cresciuta una sempre maggiore resistenza all'idea. La maggioranza dei rappresentanti avrebbe votato contro l'uso della forza e vari sondaggi hanno mostrato che circa due terzi della popolazione americana sono contro un nuovo coinvolgimento militare in Medio Oriente.
In più, quasi per ironia, gli analisti osservano che un attacco militare contro Assad avrebbe favorito la resistenza, fra cui vi sono gruppi legati ad Al Qaeda. In tal modo gli Usa avrebbero lottato al fianco dell'organizzazione terrorista, proprio nell'anniversario dell'attacco alle Torri gemelle di New York (11 settembre 2001), attribuito ad Al Qaeda.
Obama, pur ripetendo tutte le accuse contro la Siria, e riaffermando di essere sicuro che Damasco ha usato le armi chimiche il 21 agosto, ha detto che la proposta russa offre "alcuni segni incoraggianti". Per questo, domani Joh n Kerry, segretario di Stato Usa, incontrerà Serghei Lavrov, il ministro russo degli esteri e lo stesso Obama si terrà in rapporto con il suo omologo russo, Vladimir Putin.
Intanto, al Consiglio di sicurezza dell'Onu Francia e Gran Bretagna lavorano a una risoluzione che metta una scadenza alla Siria nella consegna delle armi chimiche e minacci l'uso della forza. La Russia però è contraria a mettere troppe condizioni e soprattutto alle minacce.
La decisione di Obama di ritardare l'attacco è stata accolta con un respiro di sollievo dalla popolazione di Damasco. "Non siamo animali; siamo esseri umani" ha detto una donna all'Afp . "La gente deve avere la possibilità di parlare gli uni con gli altri e non uccidersi l'un l'altro. Quando ho sentito che non ci saranno attacchi, mi sono detta: Bene, ci saranno meno morti".
La donna, vestita di nero e con gli occhi in pianto, stava partecipando al funerale di cinque cristiani di Maalula, uccisi negli scontri fra esercito e ribelli. "Dite al mondo - ha aggiunto - che vogliamo la pace".