Nuovo vescovo a Mosca rassicura sulla “missione” della Chiesa in Russia
Durante la cerimonia d’ingresso di mon. Pezzi all’arcidiocesi della Madre di Dio, Alessio II invia un messaggio: “Le nostre relazioni dipendono da come testimoniamo i valori cristiani”. Il nuovo metropolita chiarisce: Il proselitismo inizia laddove finisce la missione reale, se ci facciamo veri missionari entrambi possiamo perseguire l’unità.
Mosca (AsiaNews) – Alla presenza di circa 1500 fedeli, 200 sacerdoti e di membri del clero ortodosso, diplomatici e giornalisti si è svolto lo scorso 27 ottobre l’ingresso di mons. Paolo Pezzi nell’arcidiocesi della Madre di Dio a Mosca. Con la messa alla cattedrale dell’Immacolata Concezione mons. Pezzi è subentrato ufficialmente all’ex capo della diocesi nella capitale russa, mons. Tadeusz Kondrusiewicz, trasferito a Minsk, in Bielorussia.
Durante il rito, l’arciprete Vsevolod Chaplin, vicecapo del Dipartimento del Patriarcato di Mosca per le relazioni esterne della Chiesa, ha letto un messaggio del Patriarca di Mosca, Alessio II. In esso il leader della Chiesa ortodossa russa auspica che l’arcivescovado di mons. Pezzi possa essere occasione di “ buone relazioni tra ortodossi e cattolici e di una pronta soluzione dei problemi tra di noi”. “Dipende da come nell’effettività testimoniamo al mondo i valori cristiani”, conclude il messaggio. Il riferimento è alle accuse di proselitismo in terra ortodossa mosse dal Patriarcato alla Chiesa russa e al Vaticano e maggiore ostacolo dichiarato ad un incontro tra Alessio II ed il Papa.
Su questo tema hanno tenuto ad intervenire nei giorni precedenti all’ordinazione del nuovo arcivescovo e metropolita, sia mon. Kondrusiewicz, che lo stesso mons. Pezzi. L’ex vescovo a Mosca ha espresso dispiacere per il fatto di “non essere riuscito in 16 anni a stabilire relazioni migliori con la Chiesa ortodossa russa”. “Non ho mai promosso attività di proselitismo, contrarie alla mia visione e all’insegnamento della Chiesa – ha sottolineato - ad ogni modo il dialogo non si è interrotto e spero che il mio successore possa ottenere maggiori risultati in questo campo”.
Dal canto suo mons. Pezzi, della Fraternità sacerdotale dei missionari di San Carlo Borromeo, ha spiegato il suo punto di vista sulla “missione”. In una lunga intervista all’agenzia russa Interfax Religia ha chiarito che “la missione è una testimonianza dei valori evangelici; il proselitismo inizia laddove finisce la missione reale. Quindi, se tutti noi, ortodossi e cattolici, pratichiamo la ‘missione’, possiamo sviluppare una buona comprensione e perseguire l’unità, in modo che non vi sia spazio per conflitti”. L’arcivescovo ha poi elencato alcuni degli obiettivi del suo nuovo incarico pastorale, che definisce una “prosecuzione” del lavoro avviato da mons. Kondrusiewicz. Oltre all’impegno ecumenico: attenzione alla formazione del clero, maggiore sostegno ai giovani sacerdoti giovani e ai religiosi e religiose e un rinnovato impegno per affrontare i grandi problemi della società russa moderna.
Al momento ci sono circa 600mila cattolici in Russia, anche se alcuni sostengono che la comunità conti realmente circa 1,5 milioni di individui. Le parrocchie cattoliche registrate sono 230 e circa 30 le altre organizzazioni. Circa il 30% delle parrocchie ancora non possiede una propria chiesa, nazionalizzate durante l’epoca sovietica. I sacerdoti su tutto il territorio sono 300 e di diverse nazionalità.
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