Nuovi bombardamenti su Tripoli. Mons. Martinelli: speranze per una fine del conflitto
Fonti locali riferiscono di segnali di apertura del regime libico. Gli alti costi della missione mettono in difficoltà i governi di Gran Bretagna, Stati Uniti e Italia.
Tripoli (AsiaNews) - Continuano i bombardamenti Nato su Tripoli. Questa notte i raid aerei hanno colpito il bunker di Gheddafi e altre zone della capitale, ma non vi sono segnalazioni di morti e feriti. Mons. Martinelli, Vicario apostolico di Tripoli, afferma ad AsiaNews che “anche questa notte abbiamo sentito le bombe, che continuano a cadere senza sosta in varie zone della città”. Il prelato si dice però fiducioso in un cambiamento in positivo della situazione. “Ieri – afferma – ho incontrato alcuni membri influenti della World Islamic Call Society ( Wics) che hanno chiesto la nostra collaborazione per discutere una eventuale soluzione pacifica della guerra”.
Secondo fonti locali il regime avrebbe dato segnali di apertura per un eventuale dialogo con le forze Nato, che sarebbero disposte a interrompere i bombardamenti. “L’importante però è continuare a pregare per la fine della guerra – sottolinea Martinelli - in questi mesi solo la preghiera mi ha dato la forza per andare avanti e ad avere speranza”.
Intanto, il proseguimento di altri 90 giorni della missione in Libia mette in difficoltà i governi di Stati Uniti, Gran Bretagna e Italia, alle prese con i tagli dovuti alla crisi economica.
Nei giorni scorsi un gruppo bipartisan di parlamentari Usa ha considerato eccessivi i 700 milioni di dollari spesi per la guerra contro Gheddafi, iniziata senza l’ok del Congresso. Per ottenere nuovi fondi il presidente Barak Obama riferirà domani davanti al parlamento la legalità della missione.
Ieri, l’ammiraglio Mark Stanhope, comandante delle Royal Navy britannica, ha denunciato gli alti costi della missione in Libia, posizione subito smentita dal Primo ministro David Cameron.
Critiche giungono anche dall’Italia, dove il ministro degli Interni Maroni ha chiesto di rivedere la partecipazione dell’Italia alla guerra, costata a tutt’oggi oltre 600 milioni di euro. (S.C.)
Secondo fonti locali il regime avrebbe dato segnali di apertura per un eventuale dialogo con le forze Nato, che sarebbero disposte a interrompere i bombardamenti. “L’importante però è continuare a pregare per la fine della guerra – sottolinea Martinelli - in questi mesi solo la preghiera mi ha dato la forza per andare avanti e ad avere speranza”.
Intanto, il proseguimento di altri 90 giorni della missione in Libia mette in difficoltà i governi di Stati Uniti, Gran Bretagna e Italia, alle prese con i tagli dovuti alla crisi economica.
Nei giorni scorsi un gruppo bipartisan di parlamentari Usa ha considerato eccessivi i 700 milioni di dollari spesi per la guerra contro Gheddafi, iniziata senza l’ok del Congresso. Per ottenere nuovi fondi il presidente Barak Obama riferirà domani davanti al parlamento la legalità della missione.
Ieri, l’ammiraglio Mark Stanhope, comandante delle Royal Navy britannica, ha denunciato gli alti costi della missione in Libia, posizione subito smentita dal Primo ministro David Cameron.
Critiche giungono anche dall’Italia, dove il ministro degli Interni Maroni ha chiesto di rivedere la partecipazione dell’Italia alla guerra, costata a tutt’oggi oltre 600 milioni di euro. (S.C.)
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