25/09/2021, 10.24
CINA
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Nuova accusa per Xu Zhiyong: progettava ‘rivoluzione colorata’ contro lo Stato

Si aggrava la posizione del noto attivista, in carcere da più di 20 mesi senza aver affrontato ancora un processo. Nonostante la detenzione sarebbe in buona salute. Critico di Xi Jinping, non si dichiarerà colpevole. Stessa imputazione per Ding Jiaxi, un altro avvocato per i diritti umani legato al Movimento dei nuovi cittadini fondato da Xu.

Pechino (AsiaNews) – Si aggrava la posizione processuale del noto avvocato per i diritti umani Xu Zhiyong. L’ex docente di diritto all’università di Pechino è ora accusato di aver progettato una “rivoluzione colorata” per sovvertire il potere dello Stato. Lo riporta oggi il South China Morning Post, citando un’incriminazione ufficiale che risale ad agosto.

Xu è in carcere da più di 20 mesi e in attesa di processo. In precedenza l’autorità giudiziaria lo aveva rinviato a giudizio per il reato minore di “incitamento alla sovversione contro il potere dello Stato”: ora rischia l’ergastolo. Egli si trova nella prigione di Linshu (Shandong). Una fonte anonima ha confidato al Post che Xu è in buona salute e con il morale alto.

L’attivista ha detto che non si dichiarerà colpevole, convinto che “verrà una Cina migliore se tutti i cittadini vivranno secondo il vero spirito di cittadinanza”. Può parlare con il suo avvocato in videoconferenza ogni tre settimane, ma non può incontrare i propri familiari. Il suo caso è classificato come una minaccia alla sicurezza nazionale; per questo motivo i suoi legali non possono rivolgersi ai media.

In fuga da tempo, dopo aver partecipato nel dicembre 2019 a un incontro con attivisti democratici a Xiamen (Fujian), Xu è stato arrestato il 15 febbraio 2020 a Guangzhou (Guangdong) nel corso di un “controllo sanitario” per il Covid-19. L’accademico, fondatore del Movimento dei nuovi cittadini, è un noto critico del Partito comunista cinese. Per le sue idee a difesa della democrazia, e per aver denunciato la corruzione dei leader cinesi, egli è stato già imprigionato nel gennaio 2014, scontando una pena di quattro anni.

Xu ha pubblicato a inizio febbraio dello scorso anno un articolo sul web in cui sostiene che Xi è stato “incapace di gestire” la crisi del coronavirus. La sua accusa è che la stretta del regime sulla libertà di espressione abbia contribuito alla diffusione incontrollata dell’infezione polmonare. Per l’attivista, il presidente cinese ha fallito anche nell’affrontare la guerra dei dazi con gli Stati Uniti e le proteste pro-democrazia a Hong Kong.

Secondo la Procura di Linyi, Xu ha tentato di rovesciare – in modo pacifico – il potere del Partito organizzando un “movimento di cittadini” insieme al suo collega Ding Jiaxi, anch’egli in carcere e in attesa di processo con le stesse incriminazioni. I due attivisti si sarebbero ispirati alle rivoluzioni colorate scoppiate nei primi anni del nuovo secolo in alcune repubbliche ex-sovietiche come Ucraina, Georgia e Kirghizistan.

Anche Li Qiaochu, la fidanzata di Xu, è reclusa da tempo. L’accusa nei suoi confronti è di aver incitato alla sovversione contro lo Stato. Sono in prigione altri attivisti legati a Xu: Zhang Zhongshun, Dai Zhenya, Li Yingjun e Chang Weiping.

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