Nuova Zelanda: membri della Cptpp favorevoli all’ingresso di Taipei
Auckland si unisce al Giappone a sostegno della candidatura taiwanese. Per i neozelandesi, chi rispetta gli elevati standard del patto è benvenuto: un monito alla Cina, altro Paese richiedente, che dovrebbe riformare la sua economia statalista. Il Perù, molto vicino a Pechino, potrebbe affondare la domanda di Taiwan.
Taipei (AsiaNews) – I membri della Comprehensive and Progressive Agreement for Trans-Pacific Partnership (Cptpp) sono favorevoli all’ingresso di Taiwan. Lo ha dichiarato oggi a margine di un forum virtuale dell'Apec (Asia-Pacific Economic Cooperation) Damien O'Connor, ministro neozelandese del Commercio.
L’accordo di libero scambio è l’erede della Trans-Pacific Partnership (Tpp) promossa dall’ex presidente Usa Barack Obama per contrastare l’ascesa geopolitica della Cina. Dopo la decisione di Donald Trump di ritirarsi dal patto nel 2017, fanno parte della Cptpp Giappone, Australia, Brunei, Canada, Cile, Malaysia, Messico, Nuova Zelanda, Perù, Singapore e Vietnam.
O’Connor ha spiegato che oltre a Taiwan, gli aderenti alla Cptpp sono aperti anche alla partecipazione di altri Paesi. Il rappresentante di Auckland ha specificato però che per essere accolti i richiedenti dovranno rispettare gli elevati standard previsti dall’accordo.
Dopo il Giappone, la Nuova Zelanda è il primo firmatario della Cptpp a esprimere pieno appoggio alla domanda di Taiwan. Tokyo ha già chiarito che non vede problemi tecnici per l’adesione dei taiwanesi, dato che la Cptpp prevede la possibile partecipazione anche di “territori doganali separati”, la formula con cui Taipei è entrata nell’Organizzazione mondiale del commercio (di cui fa parte anche la Cina).
Secondo la stampa internazionale, anche Australia e Canada lavorano dietro le quinte per favorire l’ingresso di Taiwan. Singapore è sulla stessa linea della Nuova Zelanda; secondo la città-Stato ogni economia “idonea” è benvenuta nella Cptpp. Taipei sarebbe preoccupata per il possibile veto del Perù. Guidato ora dal presidente di sinistra Pedro Castillo, il governo di Lima vuole rafforzare i legami con la Cina, primo partner commerciale del Paese sudamericano e suo maggiore investitore estero.
A fine settembre il gruppo Cptpp ha aperto i negoziati per l’adesione della Gran Bretagna; anche la Corea del Sud è interessata al progetto. Taiwan ha inoltrato la sua richiesta il 22 settembre, sei giorni dopo quella consegnata da Pechino. La Cina ripete di opporsi a ogni tentativo dell’isola di aderire ad accordi multilaterali o di entrare in un’organizzazione ufficiale. I cinesi hanno invitato i Paesi Cptpp a respingere la candidatura taiwanese, una mossa che il governo di Tsai Ing-wen ha definito un atto di “bullismo” internazionale.
La Cina considera Taiwan una provincia “ribelle” e Xi Jinping non ha escluso di riconquistarla con la forza se necessario. Da più di un anno Pechino ha intensificato le operazioni militari intorno all’isola. Ieri il ministero della Difesa di Taipei ha detto che i cinesi vogliono riprendersi Taiwan senza un attacco diretto, ma per “sfinimento” attraverso operazioni ibride come continui sorvoli aerei e raid cibernetici, e il ricorso alla “guerra cognitiva”.
Per entrare nella Cptpp, uno Stato richiedente deve ottenere l’approvazione di tutti i suoi membri. L’economia di mercato taiwanese ha tutte le carte in regola per essere ammessa, a differenza di quella cinese. Sarà difficile per Pechino uniformarsi alle regole della Cptpp in ambiti come imprese di Stato, diritti dei lavoratori, standard ambientali, protezione della proprietà intellettuale, accesso agli investitori stranieri, convertibilità della moneta ed economia digitale.
02/09/2021 13:15