Nunzio a Caritas Nepal: accelerare la ricostruzione dopo il terremoto
Mons. Giambattista Diquattro ha visitato le zone devastate dal sisma del 25 aprile 2015. In Nepal sono in arrivo le piogge monsoniche. I gesuiti hanno riscostruito 250 scuole. A tre anni di distanza, solo il 50% delle case è stato riedificato.
Kathmandu (AsiaNews) – Accelerare la ricostruzione dopo il potente sisma del 2015. È quanto ha chiesto a Caritas Nepal mons. Giambattista Diquattro, nunzio in India e Nepal, durante una recente visita. Il diplomatico papale ha incontrato gli operatori dell’associazione cattolica e li ha incoraggiati a continuare il proprio lavoro a favore della popolazione ancora provata dalla tragedia di tre anni fa. Ad AsiaNews Ashish Shrestha, membro della Caritas, racconta: “Il nunzio non ha solo supervisionato il lavoro di riabilitazione e ricostruzione, ma ci ha anche spronato a continuare il lavoro, così che le persone possano ottenere sollievo e case sicure prima dell’arrivo dei monsoni”.
Il cattolico riferisce che mons. Diquattro ha visitato le aree afflitte dal terremoto e chiesto agli uffici della Caritas di ampliare le forme di aiuto. Il 25 aprile 2015 la scossa di magnitudo 7,9 ha devastato il Paese, provocando la morte di circa 9mila persone e distrutto più di un milione di edifici tra case, scuole, templi indù, carceri. Le autorità nepalesi sono state più volte criticate per la lentezza nelle operazioni di ricostruzione, nonostante gli ingenti finanziamenti arrivati dall’estero. Donatori privati e Paesi stranieri hanno fornito circa quattro miliardi di dollari, ma il governo ha firmato accordi pari solo a 2,6 miliardi.
Tra le varie organizzazioni, la Caritas è quella che per prima ha fornito assistenza alle vittime. P. Boniface Tigga, ex superiore dei gesuiti, sostiene: “Il nostro sostegno a persone e comunità bisognose continua in base alle loro necessità. Da soli, i gesuiti hanno contribuito a riedificare più di 250 edifici scolastici e ora stiamo estendendo il sostegno alla ricostruzione di altre infrastrutture danneggiate”. “Operiamo in base alle linee guida del governo – aggiunge – ma il processo è ancora lungo. Inoltre forniamo diretto supporto a coloro che ne fanno richiesta”.
Bijaya Rana, funzionario addetto alla ricostruzione, riferisce che il precedente governo aveva annunciato uno stanziamento di 500mila rupie nepalesi [3910 euro, ndr] per ogni abitazione distrutta, ma l’attuale esecutivo comunista ha ridotto il finanziamento a 350mila rupie [2.736 euro]. “Circa l’80% delle vittime – continua – ha ricevuto la prima rata di aiuti, e quasi il 50% il totale della somma. Abbiamo chiesto al governo di distribuire in fretta il denaro, in modo che le vittime possano completare la ricostruzione il prima possibile”.