Nucleare iraniano, cauto ottimismo Usa: un accordo è possibile
Si è chiuso il quinto round di negoziati indiretti fra le parti. Atteso un sesto a partire dal 10 giugno prossimo. Portavoce statunitense “non esclude” che un accordo possa essere siglato già la settimana prossima, ma serve “fiducia” reciproca. Negoziatore iraniano: differenze non insormontabili.
Vienna (AsiaNews/Agenzie) - Si conferma il clima di cauto ottimismo attorno ai negoziati indiretti fra Iran e Stati Uniti, per un pieno ritorno all’accordo nucleare (Jcpoa) siglato nel 2015 e sconfessato tre anni più tardi dall’allora presidente Usa Donald Trump. Alla chiusura del quinto round di colloqui indiretti il portavoce del Dipartimento di Stato americano Ned Price annuncia che se ne terrà “un sesto la settimana prossima”, e “altri ancora” se ne profilano all’orizzonte.
L’inviato dell’Unione europea che coordina i colloqui è convinto che la finalizzazione di un accordo avverrà già nel prossimo round di negoziati, la settimana prossima. Tuttavia, altri diplomatici hanno affermato che le decisioni più difficili e i nodi più spinosi restano ancora da risolvere e per questo i tempi potrebbero slittare. Fra questi vi è lo stesso Price, secondo cui permangono diversi ostacoli e mostra maggiore cautela rispetto al funzionario Ue. Tuttavia, lo stesso portavoce del Dipartimento Usa “non esclude” la possibilità che un accordo possa arrivare a breve.
Nell’ultimo biennio Teheran ha violato in maniera progressiva i termini del patto, allentando le restrizioni sulle attività nucleari. I primi passi in questa direzione risalgono al 2019, in risposta al ritiro nel maggio 2018 da parte di Trump dal Jcpoa e alla reintroduzione delle più dure sanzioni della storia, determinando un crollo dell’economia iraniana. L’accordo temporaneo scadrà il 24 giugno, all’indomani delle elezioni presidenziali che archivieranno l’era del moderato Hassan Rouhani (che conclude il secondo mandato) e condurre al potere un ultra-conservatore. Un cambiamento destinato ad influire anche su tempi, modi e risultati dei colloqui sul nucleare.
Fonti diplomatiche riferiscono che i colloqui, iniziati ad aprile e al quinto incontro, dovrebbero riprendere il prossimo 10 giugno e lo stesso Price ha dichiarato di aspettarsi “un sesto round”. “Penso - ha aggiunto - che vi siano quasi tutte le condizioni perché ci siano altri round oltre a questo”. Fra gli ostacoli il fatto che i colloqui siano indiretti - l’Iran rifiuta trattative dirette con gli Stati Uniti - e alcuni nodi irrisolti. Fra questi, ha detto il portavoce, la mancanza di fiducia reciproca fra Teheran, Washington “e gli altri partner e alleati con cui stiamo lavorando” all’accordo.
Il capo-negoziatore iraniano ha confermato che esistono divergenze, ma che non sarebbero insormontabili. “Le differenze hanno raggiunto un punto - ha dichiarato Abbas Araqchi alla tv di Stato iraniana - in cui tutti credono che non siano insormontabili. Tuttavia, i dettagli sono importanti e la posizione dell’Iran resta ferma”.
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