Nld: voto storico, per la registrazione del partito di opposizione birmano
Il 18 novembre a Yangon si riuniranno i 106 membri del Comitato esecutivo centrale. In discussione, l’ipotesi di rientrare nel quadro politico nazionale. Il partito guidato da Aung San Suu Kyi non ha partecipato alle elezioni del 2010 e non ha rappresentanti in Parlamento. Pareri contrastanti fra i birmani.
Yangon (AsiaNews) – La Lega nazionale per la democrazia (Nld) – principale movimento di opposizione democratica in Myanmar – si riunirà il 18 novembre in una conferenza “storica”, per decidere se registrarsi come partito e partecipare alle elezioni parlamentari, rientrando a pieno titolo nella vita politica del Paese. La Nld ha boicottato il voto del novembre 2010, bollato come “farsa” dall’Occidente, perché regolato da norme previste nella Costituzione del 2008 e dalla Legge sulla registrazione dei partiti, giudicate “anti-democratiche” e “ingiuste” dai leader dell’opposizione.
Guidato dalla Nobel per la pace Aung San Suu Kyi, che ha trascorso 15 degli ultimi 21 anni agli arresti, la Lega nazionale per la democrazia ha trionfato alle elezioni del 1990, mai riconosciute dalla giunta militare che ha guidato per due decenni il Myanmar. Il voto del novembre 2010 ha sancito il passaggio a un cosiddetto governo “civile”, ma pur sempre vicino alla leadership dell’esercito. Da qualche settimana arrivano segnali che indicano la volontà del più importante movimento di opposizione, di rientrare a pieno titolo nell’alveo della politica birmana.
Ieri il Comitato esecutivo centrale della Nld si è riunito nella casa di Aung San Suu Kyi, a Yangon, per discutere della questione. Al termine dell’incontro la decisione di indire una conferenza per il 18 novembre nel quartier generale della Nld in città, alla presenza di tutti e 106 i membri del Comitato centrale provenienti da tutto il Paese. A loro il compito di stabilire se la Nld farà parte a tutti gli effetti dello scenario politico birmano. Nel marzo 2010 in vista del voto, con la “Signora” ancora agli arresti, la maggioranza del partito aveva deciso di non registrarsi e boicottare le urne. Una delle principali richieste avanzate da Aung San Suu Kyi e dai leader del movimento di opposizione, che non è stata ancora soddisfatta in toto dal governo, è la liberazione di tutti i prigionieri politici che affollano le carceri. Al riguardo, l’esecutivo dovrebbe annunciare nelle prossime settimane un nuovo provvedimento di amnistia che potrebbe portare alla liberazione di altri detenuti per reati di pensiero.
Sul sito internet dell’Irrawaddy non mancano i commenti degli internauti birmani, divisi fra rinnovate speranze e timori di un futuro ancora contraddistinto da censure e libertà negate. Sai Suriya scrive che “la Nld si muove nella giusta direzione” e chiede “pieno sostegno e rispetto ai suoi leader”. Altri invitano ad andare sino in fondo, alle elezioni, perché i birmani possano avere un partito “da votare”. I critici, tuttavia, sottolineano che registrarsi ed entrare nel quadro politico implica scendere al livello dei militari e sporcarsi le mani con il loro sangue: in questo caso, scrive Ohn, la “Nld potrebbe diventare irrilevante” nell’economia del Paese.
Guidato dalla Nobel per la pace Aung San Suu Kyi, che ha trascorso 15 degli ultimi 21 anni agli arresti, la Lega nazionale per la democrazia ha trionfato alle elezioni del 1990, mai riconosciute dalla giunta militare che ha guidato per due decenni il Myanmar. Il voto del novembre 2010 ha sancito il passaggio a un cosiddetto governo “civile”, ma pur sempre vicino alla leadership dell’esercito. Da qualche settimana arrivano segnali che indicano la volontà del più importante movimento di opposizione, di rientrare a pieno titolo nell’alveo della politica birmana.
Ieri il Comitato esecutivo centrale della Nld si è riunito nella casa di Aung San Suu Kyi, a Yangon, per discutere della questione. Al termine dell’incontro la decisione di indire una conferenza per il 18 novembre nel quartier generale della Nld in città, alla presenza di tutti e 106 i membri del Comitato centrale provenienti da tutto il Paese. A loro il compito di stabilire se la Nld farà parte a tutti gli effetti dello scenario politico birmano. Nel marzo 2010 in vista del voto, con la “Signora” ancora agli arresti, la maggioranza del partito aveva deciso di non registrarsi e boicottare le urne. Una delle principali richieste avanzate da Aung San Suu Kyi e dai leader del movimento di opposizione, che non è stata ancora soddisfatta in toto dal governo, è la liberazione di tutti i prigionieri politici che affollano le carceri. Al riguardo, l’esecutivo dovrebbe annunciare nelle prossime settimane un nuovo provvedimento di amnistia che potrebbe portare alla liberazione di altri detenuti per reati di pensiero.
Sul sito internet dell’Irrawaddy non mancano i commenti degli internauti birmani, divisi fra rinnovate speranze e timori di un futuro ancora contraddistinto da censure e libertà negate. Sai Suriya scrive che “la Nld si muove nella giusta direzione” e chiede “pieno sostegno e rispetto ai suoi leader”. Altri invitano ad andare sino in fondo, alle elezioni, perché i birmani possano avere un partito “da votare”. I critici, tuttavia, sottolineano che registrarsi ed entrare nel quadro politico implica scendere al livello dei militari e sporcarsi le mani con il loro sangue: in questo caso, scrive Ohn, la “Nld potrebbe diventare irrilevante” nell’economia del Paese.
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