Ningbo, la popolazione vince contro una raffineria ma protesta ancora: “Non ci fidiamo”
Pechino (AsiaNews) - Dopo tre giorni di scontri e manifestazioni violente, decine di migliaia di persone sono tornate questa mattina in piazza per protestare contro il governo della città di Ningbo, nella provincia dello Zhejiang. I cittadini (circa 15mila) hanno chiesto e ottenuto lo stop dei piani di ampliamento della raffineria Sinopec di Zhenhai, uno dei distretti della città considerati più inquinati dell'area. Nonostante le rassicurazioni del governo, però, i manifestanti non si fermano: "Non ci fidiamo di queste persone, vogliamo vedere con i nostri occhi le ruspe che se ne vanno".
L'impianto è il più grande della Cina. Lo scorso mese ha messo in programma un ulteriore investimento di 55,9 miliardi di yuan (circa 6 miliardi di euro) per l'espansione delle attività. Ma la popolazione locale è scesa in piazza e, secondo il South China Morning Post, ha accusato le autorità di nascondere importanti informazioni sull'inquinamento che l'impianto è destinato a produrre al termine dei lavori di ampliamento.
In un primo momento il governo locale ha dato annunci ufficiali che smentivano l'aumento delle sostanze inquinanti, ma la gente di Ningbo non si è fatta convincere. La preoccupazione maggiore riguarda le emissioni di paraxilene (Px), un idrocarburo molto inquinante utilizzato nella produzione di vernici e plastica. L'inalazione di grandi quantità provoca danni al sistema nervoso centrale, al fegato e ai reni, aumentando esponenzialmente il rischio di morte. E le emissioni annuali dell'impianto di Zhenhai sono già di 500mila tonnellate.
Circa 200 cittadini di Zhenhai hanno inviato una petizione al governo distrettuale per chiedere lo spostamento dell'impianto petrolchimico. Uno dei firmatari spiega: "Da quando Zhenhai è stato trasformato in un polo petrolchimico negli anni '70, si è verificato un incremento dei tumori e di malformazioni neonatali. Mia madre è morta di cancro e non vogliamo altri casi".