Nghe An, famiglia Hmong perseguitata per essersi convertita al cristianesimo
Un nucleo di 13 persone oggetto di attacchi e intimidazioni a causa della loro fede. Le autorità hanno negato il certificato di nascita a uno dei figli. La vicenda documentata in un rapporto inviato alla Chiesa evangelica del Vietnam. La famiglia si è vista tagliare l’elettricità, confiscare attrezzi agricoli.
Ho Chi Minh City (AsiaNews) - Nuovo caso di violazione alla libertà religiosa in Vietnam che vede protagonista una famiglia Hmong, minoranza oggetto di persecuzioni del governo comunista di Hanoi. Fonti locali, rilanciate da Radio Free Asia (Rfa), riferiscono che una famiglia di 13 persone della provincia di Nghe An (nel nord) è oggetto di attacchi delle autorità locali per motivi di fede. Di fronte al rifiuto dei genitori di abbandonare il cristianesimo (protestante), gli amministratori locali hanno rifiutato di redigere il certificato di nascita di uno dei figli minacciandoli di espulsione.
Il 15 giugno scorso il 26enne Xong Ba Thong, del comune di Na Ngoi, nel distretto di Ky Son, ha inviato un rapporto alla Chiesa evangelica del Vietnam, in cui denuncia persecuzioni e violenze cui è oggetto la famiglia nel villaggio di Ka Bottom. Da generazioni essi vivono nell’area, seguendo a lungo la tradizione animista locale. Nel 2017 la decisione di convertirsi - in modo libero e volontario - al protestantesimo, dopo aver ascoltato alcuni programmi religiosi radiofonici.
Gli attacchi sono iniziati nel 2019, con la richiesta di abbandonare il cristianesimo e tornare al culto tradizionale. Tuttavia, i familiari hanno deciso di continuare il cammino di fede e nell’aprile scorso è arrivata la richiesta di ingresso ufficiale all’interno della comunità evangelica, innescando una ulteriore stretta con visite e pressioni continue da parte di funzionari locali. Le autorità comunali hanno disposto inoltre misure punitive come la confisca di alcuni attrezzi agricoli, fra i quali un aratro, e parte del legname che sarebbe servito per costruire una casa. E la famiglia, pur avendo oltre un ettaro di risaie, non ha mai voluto avviare la coltivazione nel timore di ritorsioni e minacce, lasciandolo incolto e abbandonato. Di recente il governo locale ha anche tagliato l’elettricità alla casa per più di una settimana.
Un pastore protestante nella provincia di Lao Cai, al momento rifugiato in Thailandia, definisce “comune” la pratica di espellere protestanti Hmong dal Paese a causa della loro fede. “Casi come questo accadono di frequente - sottolinea - e succedono da molti anni”. Il pastore aggiunge che le famiglie che non abbandonano l’area dopo il decreto di espulsione faticano a sopravvivere, per mancanza di sussidi e ostacoli diffusi. Sono molti i casi di bambini a cui non viene concesso il certificato di nascita, privandoli di fatto di assistenza medico-sanitaria in caso di bisogno. Anche questo è uno dei motivi che spinge diversi Hmong vietnamiti a emigrare oltreconfine in Thailandia, in cerca di asilo e riparo. Per Vu Quoc Dung, direttore esecutivo di Veto!, ong che monitora la libertà religiosa in Vietnam, questo “è un caso di palese violazione dei diritti umani”.
I Hmong vivono in numero significativo in Cina (circa 9 milioni), Laos (quasi 600mila), Thailandia (circa 250mila) e Stati Uniti (più di 260mila). Secondo i dati ufficiali, nel 2009 in Vietnam vi erano oltre un milione di tribali appartenenti al gruppo etnico. I membri della comunità sono spesso vittime di persecuzione e discriminazioni da parte del governo comunista perché ai tempi della guerra hanno combattuto al fianco degli Stati Uniti. Secondo recenti stime di organizzazioni internazionali operative sul territorio, almeno 300mila tra i Hmong vietnamiti sono cristiani.