New Delhi: arrestati arcivescovo, sacerdoti e suore durante una manifestazione pacifica
New Delhi (AsiaNews) - Oggi la polizia di New Delhi ha arrestato l'arcivescovo mons. Anil JT Couto, insieme a diversi sacerdoti e suore della diocesi, durante una marcia pacifica per i diritti dei dalit cristiani e musulmani. Secondo testimoni oculari, gli agenti avrebbero picchiato preti e religiose, che indossavano i paramenti. Al momento si troverebbero nella stazione di polizia nei pressi del Parlamento. Diversi i feriti: secondo alcune fonti, gli agenti hanno caricato la folla usando persino cannoni ad acqua. Ad AsiaNews il card. Oswald Gracias, presidente della Conferenza episcopale (Cbci) e arcivescovo di Mumbai, definisce "una vergogna per l'India l'uso della violenza sui nostri vescovi, sacerdoti e suore, arrestati e detenuti perché lottavano per le giuste domande dei poveri e degli emarginati del Paese".
L'arcivescovo di Delhi e gli altri leader religiosi stavano marciando in silenzio a Jantar Mantar, diretti verso il Parlamento, quando la polizia è intervenuta usando cannoni ad acqua. Oltre all'arcivescovo, gli altri arrestati sono mons. Alwan Masih, segretario generale della Church of North India (anglicani); Roger Gaikwad, segretario generale del National Council of Churches in India (Ncci); Mary John, presidente National Council of Dalit Christians (Ncdc); C. Michael, membro della Commissione per le minoranze di Delhi; John Dayal, segretario generale dell'All India Christian Council e membro del National Integration Council; Anwar Ali, membro del Parlamento.
"La Chiesa cattolica dell'India è profondamente addolorata - aggiunge poi ad AsiaNews il card. Gracias - per l'arresto dei nostri rappresentanti del clero, che stavano solo chiedendo giustizia e uguaglianza per i nostri dalit cristiani e musulmani".
"La legge sui diritti dei dalit è incostituzionale - ha dichiarato mons. Couto - e un governo dopo l'altro ha fatto orecchie da mercante dinanzi alle richieste dei cristiani. Ora perpetrano i loro scopi picchiando con brutalità i nostri sacerdoti e le nostre suore, anche arrestandoci".
La lotta per garantire uguali diritti ai dalit cristiani e musulmani va avanti dal 1950, quando il Parlamento approvò l'art.341 della Costituzione sulle Scheduled Caste (Sc): in base a questo paragrafo, la legge riconosce diritti e facilitazioni di tipo economico, educativo e sociale solo ai dalit indù. In seguito, nel 1956 e nel 1990, lo status venne esteso anche a buddisti e sikh.
"Questa discriminazione viola la Costituzione - sottolinea il presidente della Conferenza episcopale - che al contrario tratta tutti i cittadini come uguali. La nostra preoccupazione va a tutta l'India, che non potrà progredire fino a che una parte della società è discriminata e privata di qualcosa per motivi religiosi. Questo colpisce lo sviluppo della nazione ed è dannoso per l'autorità morale".
È la prima volta dal 27 novembre 1997 che vescovi e leader religiosi vengono arrestati per aver abbracciato la causa dei dalit.
05/06/2018 09:00