"Nessun progresso" nel dialogo sul nucleare iraniano, ma trapela un cauto ottimismo
Sanaa (AsiaNews/Agenzie) - Rimangono "distanze" tra l'Iran, gli Stati Uniti e l'Unione europea sul programma nucleare di Teheran e non si è discussa una proroga della deadline per la discussione, posta al 24 novembre. E' l'unica certezza che emerge dai due giorni di colloqui che hanno riunito nella capitale dell'Oman il ministro degli esteri iraniano Javad Zarif, il segretario di Stato americano John Kerry e l'europea Catherine Ashton (nella foto).
Nelle dichiarazioni pubbliche rese ieri, al termine dei lavori, il Dipartimento di Stato ha parlato di dialogo "duro, diretto e serio", aggiungendo che "c'è ancora tempo" per il progredire. "Nessun progresso" ha invece dichiarato all'agenzia iraniana ISNA il vice ministro degli esteri iraniano Abbas Araghchi, per il quale, però, "siamo ottimisti sul fatto che siamo in grado di raggiungere un accordo prima del 24 novembre". Affermazioni possibiliste, secondo Al Jazeera sono state fatte in privato dagli iraniani, mentre funzionari che hanno preso parte alla trattativa sostengono che un accordo è possibile solo se le parti in causa sono pronte a concessioni significative, che per ora non ci sono. Da parte sua, Al Arabiya parla di "piccoli progressi", citando un anonimo diplomatico iraniano di alto grado. Nessuno, però riferisce di contenuti.
Il punto centrale della discussione riguarda il numero e il tipo di centrifughe per l'arricchimento dell'uranio che l'Iran potrebbe continuare ad avere e i relativi controlli e, in cambio, la riduzione delle sanzioni decise dall'Onu e dagli Stati Uniti e dall'Europa. La questione si inquadra nella destinazione finale dell'arricchimento dell'uranio, che per Teheran ha scopi esclusivamente civili, mentre da più parti - e in modo particolare in Israele - vi si vede l'obiettivo di realizzare armi nucleari.
A rendere più complessa la trattativa c'è il fatto che all'annosa controversia sul nucleare iraniano si è collegata nelle ultime settimane la lotta contro il terrorismo sunnita dell'Isis che, per l'Iran sciita è un nemico mortale. Il comune interesse a combattere e abbattere lo Stato islamico ha fatto ipotizzare accordi più o meno segreti tra Stati Uniti e Iran. Di fatto, il mese scorso il presidente Obama ha scritto una lettera, destinata a rimanere segreta, al Leader supremo Ali Khamenei nella quale indicava il comune interesse dei due Paesi nella lotta contro Stato islamico. Ma, secondo il presidente americano, la possibilità di cooperare dipende dal raggiungimento dell'accordo sul nucleare. Accordo al quale è legata quella sospensione delle sanzioni che la nuova maggioranza repubblicana nei due rami del Parlamento statunitense sembra attualmente tutt'altro che disposta a concedere.
Da parte iraniana, si è detto che la lettera di Obama ha avuto un "impatto positivo sui vertici dell'Iran". "Queste corrispondenze diplomatiche - ha dichiarato un consigliere di Zarif ad Asharq Al-Awsat - sono essenziali a cambiare gli atteggiamenti per arrivare a un accordo, anche se la lettera riguarda soltanto gli interessi reciproci nella lotta contro lo Stato Islamico".