Nepal: adottata all'unanimità la risoluzione per la nuova Assemblea costituente
La proposta del neo Primo ministro Koirala è approvata non solo dai sette partiti di opposizione ma anche da quelli filo-monarchici. Una attivista sociale: "Passo storico, ma ci aspettavamo una maggiore apertura nei confronti dei maoisti".
Kathmandu (AsiaNews) - Il parlamento nepalese approva all'unanimità la storica risoluzione proposta da Girja Prasad Koirala, da pochi giorni primo ministro del Paese. La risoluzione prevede libere elezioni per eleggere una Assemblea costituente, che dovrà elaborare la nuova carta fondamentale del Nepal, capace di garantire ai nepalesi il non ripetersi di colpi di mano come quello attuato da re Gyanendra il primo febbraio 2005. Deciderà inoltre il destino della corona.
"Il desiderio dei nepalesi è vivere in un Paese capace di garantire pace, democrazia e sicurezza", ha dichiarato domenica pomeriggio Koirala alla seconda sessione del parlamento. "Il cammino per raggiungere questo obiettivo è appena iniziato, e noi tutti dobbiamo cooperare per questo".
"Il dato determinante sottolinea ad AsiaNews Ram Ekbal Choudhary, analista politico ed attivista per i diritti umani è che la risoluzione è stata approvata non solo dai sette partiti d'opposizione alleati (Seven Party Alliance, Spa) ma anche da partiti come il Rastriya Prajatantra e il Rastriya Janashakti che sono vicini alle posizioni del re. Questo è un chiaro messaggio che tutti i cittadini sono contrari a ogni colpo di mano e alla tirannia del re, qualsiasi possa essere stata la ragione che ha causato l'assunzione dei pieni poteri del primo febbraio 2005".
Choudhary dichiara che di sicuro la nuova costituzione "non eliminerà la monarchia. È però desiderio di tutti che la nuova carta fondamentale riesca a garantire al popolo la sovranità del Paese ed evitare che i nepalesi possano di nuovo essere vittime di capricci, pregiudizi ed interessi non solo della corona ma anche dei partiti politici, che potrebbero cadere nella tentazione di esercitare un potere egemonico sullo Stato".
"La risoluzione all'unanimità è senza dubbio una passo storico per la marcia verso la democrazia, ma noi speravamo in qualcosa di più", dichiara ad AsiaNews Sabita Malakar, una attivista sociale. "Il Primo ministro Koirala non ha preso misure adeguate per persuadere i maoisti al dialogo e per ricambiare la dichiarazione unilaterale dei ribelli che hanno deciso tre mesi di cessate il fuoco. Sarebbe stato importante, i maoisti non avrebbero potuto non accettare una proposta di dialogo. Koirala non lo ha fatto, questo può provocare un ritorno della violenza maoista".
"Anche il governo continua dovrebbe dichiarare un cessate il fuoco. Inoltre dovrebbe proclamare un'amnistia per i maoisti incarcerati e ricercati, ed invitarli non solo alla pace e al dialogo, ma anche ad unirsi al governo. Se nonostante queste aperture i ribelli continuassero le violenze, si troverebbero contro tutti i nepalesi e la comunità internazionale".
Il neo Primo ministro Koirala si è limitato invece alla seguente dichiarazione: "chiedo ai maoisti di fermare le violenze e di collaborare per il dialogo e la pace il prima possibile" e non ha rimosso la definizione "terroristi" per i ribelli maoisti. Malakar ammette comunque che fare questo passo non è semplice perchè "l'esercito reale e anche gli interessi politici dei partiti sono un grande limite per il Primo ministro".