Nepal, scioperi e manifestazioni fanno crollare il turismo
Nei giorni scorsi il governo guidato dal partito comunista nepalese (Communist Party of Nepal Unified Marxist–Leninist, CPN-UML) e dai maoisti ha rimandato per la terza volta il termine di presentazione della nuova costituzione, fissato per il 28 maggio 2011. Ciò ha scatenato le proteste del Nepal Congress, principale partito di opposizione, e di altri partiti. Lo scorso 20 maggio oltre 30 mila persone sono scese in piazza chiedendo le dimissioni del governo e il disarmo degli oltre 19mila guerriglieri maoisti, nei campi di addestramento dalla fine della guerra civile (2006).
Prachanda Man Shretha, responsabile dell’ufficio del turismo, sottolinea che gli stranieri temono per la loro sicurezza e fino al 28 maggio le prenotazioni sono di fatto sospese. “Gli scioperi – continua – stanno facendo perdere al settore milioni di euro, la nostra speranza è che i partiti di opposizione accettino la proroga proposta dal governo”.
La crisi politica dovuta alle diatribe fra i partiti sorti dopo il crollo della monarchia indù sta provocando seri danni anche al settore industriale. Centinaia di fabbriche sono chiuse per scioperi e proteste. Bishwombhar Pyakurel, economista, spiega che il Nepal sta affrontando una situazione critica per il suo futuro.“L’instabilità – afferma - fa paura agli investitori stranieri, che fuggono dal Paese diretti verso India e altri Paesi in via di sviluppo”. Secondo Pyakurel, se nelle prossime settimane la situazione rimarrà tale tutti i partner stranieri abbandoneranno il Paese.