Nepal, le autorità vietano l’ingresso ai siti religiosi indù e buddisti: si temono nuovi crolli
Kathmandu (AsiaNews) - Le autorità nepalesi hanno deciso di bandire l’ingresso ai luoghi sacri indù e buddisti devastati dal potente terremoto che ha colpito il Paese il 25 aprile. Il bando verrà applicato sia nei confronti dei fedeli locali che per gli stranieri. Le autorità temono nuovi crolli, dopo la distruzione della maggior parte dei templi dei 14 distretti (su 75) più colpiti del Paese, così come del 55% delle carceri e il 90% degli edifici. Solo pochi siti religiosi sono sopravvissuti alle potenti scosse di terremoto, ma versano in condizioni critiche e rischiano di crollare con nuove scosse di assestamento o con l’arrivo dei venti della stagione dei monsoni.
Bheshnarayan Dahal, direttore generale del ministero di Archeologia, riferisce ad AsiaNews: “La maggior parte delle vecchie strutture sono incrinate e rischiano di crollare dal un momento all’altro, perfino per le forti raffiche di vento o con le piogge. Se qualche straniero dovesse essere ferito [da eventuali crolli - ndr], sarebbe un’immagine molto dannosa per il Nepal. Quindi abbiamo avvisato tutti i fedeli locali e stranieri a non recarsi ai siti religiosi e culturali”. Il divieto riguarda in particolare i luoghi di culto indù e buddisti perché questi “sono situati in zone di montagna o collinari. Perciò oltre al crollo dovuto al terremoto, c’è il rischio di frane e altri disastri naturali. Abbiamo deciso di adottare questo bando per garantire la sicurezza delle persone. Esso rimarrà in vigore fino a quando non avremo ricostruito o messo in sicurezza i luoghi”.
La pericolosità delle strade e delle aree di montagna è confermata anche da Umesh Jha, direttore alla Divisione stradale: “Le strade sono state danneggiate dal terremoto. Il sisma non ha solo fatto tremare strade e ponti, molti presentano squarci e crepe”. L’uomo riferisce preoccupato che “i templi e i monasteri del Nepal sono collocati di solito in cima a colline e montagne, raggiunti attraverso strade dissestate. L’arrivo della stagione dei monsoni è previsto fra tre settimane; molte strade verranno spazzate via e il trasporto verrà interrotto. Questo forse dissuaderà i pellegrinaggi e creerà disincentivi per il pericolo di frane. Noi stiamo provando a prendere precauzioni, ma abbiamo risorse limitate”.
I luoghi religiosi sono inoltre circondati da case e baracche, costruite senza una pianificazione urbanistica unitaria, che rischiano di crollare insieme alle mura dei templi. Per questo motivo, il ministro del Turismo Kripasur Sherpa ha deciso di vietare nella capitale il transito nelle zone adiacenti 20 templi.
Gli ultimi dati forniti dalla polizia parlano di 8.700 vittime accertate e circa 23mila feriti gravi. Migliaia di terremotati vivono ancora all’aperto e temono le continue scosse di assestamento che la scorsa settimana hanno provocato il crollo di un muro vicino la chiesa cattolica di Baniyatar (nella valle di Kathmandu) e la morte di una ragazza cattolica di 16 anni.
27/01/2016 10:32