Nepal, i timori della Chiesa di Scozia: Gli indù vogliono negare la libertà religiosa
Kathmandu (AsiaNews) – La Chiesa di Scozia teme che i gruppi indù nepalesi possano ripristinare l’induismo come religione di Stato, mettendo così in pericolo l’opera cristiana nel Paese. La denominazione ha lanciato un avvertimento sulla possibile perdita di libertà religiosa indirizzando due lettere: una al Ministro britannico degli esteri, Philip Hammond, e una a Hemja Yusaf, Ministro dello sviluppo scozzese.
Il testo della lettera riporta che “il diritto fondamentale di ogni cittadino di poter scegliere la propria religione è messo in discussione. Questo è contro il patto sui diritti politici e civili delle Nazioni Unite che il Nepal ha firmato nel 1991”.
Secondo Angus Morrison, moderatore dell’Assemblea generale della Chiesa di Scozia, “c’è una minaccia globale alla libertà religiosa e chiediamo a tutti coloro che ci sostengono di alzare la voce per proteggere questa libertà in Nepal. Dobbiamo assicurarci – continua – che la nuova costituzione mantenga la libertà religiosa”.
La denominazione protestante ha stabilito una missione nel nord-est dell’India nel 1870, a Kalimpon, città con una grande concentrazione di cittadini nepalesi. Il servizio diretto sul territorio nepalese è attivo dal 1945, tramite l’organizzazione caritatevole dell’United Mission to Nepal.
Tre anni fa, un gruppo fondamentalista indù ha fatto esplodere una bomba a Kathmandu, vicino alla sede dell’organizzazione.
Dopo oltre 240 anni di monarchia assoluta indù, nel 2007 il Nepal è diventato uno Stato laico. La costituzione provvisoria, approvata sotto la supervisione dell'Onu, vieta il proselitismo, ma consente a tutti i cittadini di manifestare la propria fede, anche con attività missionarie e caritatevoli.