16/09/2015, 00.00
NEPAL
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Nepal, bombe contro tre chiese protestanti. Sospetti sui radicali indù

di Christopher Sharma
Il bilancio degli attentati è di tre feriti, tutti poliziotti. Di fronte alle chiese colpite sono stati ritrovati volantini di un gruppo estremista indù. Le chiese si trovano nel distretto di Jhapa, zona del Terai, già teatro di scontri nelle ultime settimane. Portavoce ministro dell’Interno: “Nessuno è autorizzato a provocare la violenza. Tutti sono liberi di professare la propria religione”.

Kathmandu (AsiaNews) – A poche ore dal voto che ha dichiarato il Nepal uno stato laico, nella notte di martedì sono esplose quattro bombe presso tre chiese protestanti nella parte orientale del Paese, teatro di scontri da settimane. Il bilancio degli attacchi è di tre poliziotti feriti, oltre ai danni alle chiese provocati dalle bombe. Finora nessuno ha rivendicato l’attentato, ma le autorità sospettano una rappresaglia di radicali indù, che volevano una nuova Costituzione non “laica”, ma “indù”.

Le bombe sono esplose davanti alla Jyoti Church di Damak e alla Emmanuel Church di Khajuragachi, entrambe nel distretto di Jhapa, zona del Terai. Altri due ordigni sono stati lanciati contro la chiesa locale di Surunga, nella municipalità di Kankai (distreto di Jhapa), dove vi è stato il ferimento dei tre poliziotti. Si tratta di Dev Narayan Yadav, vice-ispettore, Bharat Karki, commissario, e l’agente Kedar Paoudel.

Alla Jyoti Church, sono esplose due bombe durante la notte. Il pastore N.D. Thulung commenta ad AsiaNews: “Per fortuna nessun fedele era presente e gli unici danni sono quelli riportati dalla struttura”.

La tensione in Nepal è continua. Da settimane vi sono feroci manifestazioni tra la popolazione e l’esercito per questioni inerenti la nuova carta fondamentale, la cui bozza è stata approvata a fine giugno dopo anni di discordie. Solo lunedì scorso (14 settembre) Kathmandu aveva chiesto al Vaticano di annullare la visita del card. Filoni, in programma dal giorno seguente, per la situazione di tensione presente sul territorio.

Il sospetto che gli attacchi alle chiese siano opera di gruppi radicali indù, è rafforzato dal fatto che sui luoghi delle esplosioni sono stati ritrovati volantini di Hindu Morcha Nepal, un gruppo di estremisti. Tej Prasad Poudel, capo del distretto, riferisce: “Stiamo indagando su quanto accaduto e su chi è coinvolto. Nessuno è giustificato. Assicureremo alla giustizia tutti i colpevoli”.

Le esplosioni giungono a 24 ore di distanza dall’ultimo voto in Assemblea costituente, che ha rigettato l’emendamento del Rastriya Prajatantra Party-Nepal (Rpp-Nepal, partito confessionale indù) che voleva introdurre nella Costituzione un articolo in cui si ristabilisce la connotazione religiosa indù del Paese. In seguito al voto contrario, centinaia di indù hanno manifestato davanti all’Assemblea a Kathmandu. Tra questi anche Shreeniwas Acharya, famoso guru in collegamento anche con leader indiani. Testimoni raccontano che egli avrebbe incoraggiato tutti i presenti a vandalizzare le chiese create dopo il 2006 [da quando è stata rovesciata la monarchia indù - ndr].

Laxmi Prasad Dhakal, portavoce del ministro dell’Interno, ha dichiarato: “Stiamo vigilando su queste dichiarazioni e ribadiamo che nessuno è autorizzato a provocare la violenza nel Paese. Tutte le persone sono libere di professare la loro fede e non devono subire minacce dalle altre confessioni”.

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