Nepal, arrestati quattro terroristi. Sospetti legami con Stato islamico e Pakistan
Gli arrestati, migranti a Dubai, sono detenuti con l’accusa di omicidio. Hanno punito con la morte due indiani che si erano rifiutati di lavorare per il terrorismo internazionale. Il gruppo ha piazzato la bomba che in India ha procurato un disastro ferroviario. Confini aperti tra Nepal e India: le attività dei militanti costituiscono una minaccia per entrambi i Paesi.
Kathmandu (AsiaNews) – La polizia nepalese ha arrestato quattro cittadini aventi legami con gruppi terroristici internazionali. Secondo le autorità, essi sono lavoratori migranti, andati a Dubai in cerca di lavoro. Lì sarebbero entrati in contatto con un cittadino pakistano, che li ha introdotti nelle file del Califfato islamico. Per ora, dal momento che in Nepal non esiste una legge anti-terrorismo, essi sono detenuti con l’accusa di omicidio.
L’arresto è avvenuto ieri dopo settimane di indagini. I quattro fermati sono: Shamshul Hoda, Mojahir Ansari, Asish Singh e Umesh Kumar Kurmi, tutti originari del distretto di Bara, nel sud del Paese. Narendra P. Upreti, funzionario di polizia, ha dichiarato che “l’arresto è stato condotto con successo. Le nostre ricerche dimostrano che essi sono colpevoli di aver ucciso due indiani che volevano unirsi alla rete terroristica. Dato che questi ultimi avevano cambiato idea rifiutando di lavorare come terroristi, i quattro criminali li hanno portati nella giungla nepalese e uccisi”. I corpi di Dipak Ram, 18 anni, e Arum Ram, 28, sono stati rinvenuti in una foresta di Karaiya lo scorso 28 dicembre 2016.
Le indagini delle forze di sicurezza mostrano che gli arrestati fanno parte di una rete di gruppi terroristici con basi in India, Pakistan, Malaysia, Dubai e Nepal. Guidati e finanziati da un pakistano di nome Safi, essi starebbero tentando di espandere la rete anche in Europa e in altri Paesi.
Oltre ai legami con il terrorismo e l’accusa di omicidio dei due indiani, gli inquirenti ritengono che il gruppo abbia anche piazzato la bomba alla stazione ferroviaria di Ghodasahan, vicino Kanpur (in Uttar Pradesh), con l’obiettivo di procurare un disastro. Quell’incidente, di cui all’inizio si pensava fosse dovuto ad un errore umano, ha causato la morte di oltre 150 persone.
Thakur P. Gyanwali, portavoce della polizia, afferma: “Questo incidente rivela che i poveri migranti sono reclutati dall’Isis. Si tratta di una cosa seria, dato che la povertà presente in Nepal può essere uno strumento in mano ai terroristi. Inoltre abbiamo i confini aperti, perciò le attivista dei militanti dello Stato islamico sono una minaccia non solo per noi, ma anche per la vicina India”.