Nello “spirito di Bandung”, Asia e Africa rafforzano la cooperazione nel sud del mondo
Jakarta (AsiaNews) - I leader di Asia e Africa sono riuniti in questi giorni a Bandung, capoluogo della provincia di West Java, in Indonesia, per celebrare i 60 anni dalla storica Conferenza che ha gettato le basi della nascita del Movimento dei Paesi non-allineati durante la Guerra fredda. Almeno 29 i capi di Stato e di governo che hanno già raggiunto la città, dove si terranno per tutta la settimana incontri e vertici di alto livello all’insegna del motto “Rafforzare la cooperazione Sud-Sud, per promuovere pace e prosperità nel mondo”. Fra i leader presenti al summit il presidente cinese Xi Jinping, il premier giapponese Shinzo Abe, leader africani e il presidente iraniano Hassan Rouhani.
Obiettivo dei promotori è quello di far rivivere lo “spirito di Bandung” che ha animato la conferenza del 1955, in un contesto moderno in rapido cambiamento e dove imperialismo politico e colonialismo sono stati (almeno in parte) superati. Tuttavia, avvertono analisti ed esperti di questioni internazionali, le rivalità fra le grandi potenze rischiano di “oscurare” i buoni propositi di solidarietà e le iniziative di collaborazione politica ed economica.
L’evento in programma dal 19 al 24 aprile nel West Java registra la partecipazione di 109 delegati di Asia e Africa, cui si aggiungono 16 Paesi osservatori e 25 organizzazioni internazionali. Il forum intende rafforzare il ponte fra Asia e Africa, promuovendo partnership e condivisione delle esperienze in chiave di sviluppo economico. Esso è anche una opportunità per discutere dei principali problemi e superare le sfide comuni, potenziando la cooperazione fra i popoli del Sud del mondo.
La commemorazione dovrebbe dare anche nuova linfa alla Nuova partnership strategica fra Asia e Africa (Naasp), chiamata ad affrontare le principali sfide del terzo millennio quali povertà e sottosviluppo nei due continenti. Questo accordo prevede il rafforzamento del multilateralismo, fissa obiettivi precisi in termini di crescita economica e intende promuovere pace e sicurezza su scala mondiale, unite a uno sviluppo sostenibile.
Alcuni analisti ricordano però le differenze che animano molti dei governi presenti al summit, in particolare le frizioni fra Cina e Giappone, e il tentativo dei Paesi più importanti di estendere la loro sfera di influenza sugli altri Stati partecipanti. Pechino, in particolare, ha da tempo promosso una politica aggressiva verso l’Africa, alla ricerca di risorse naturali ed energetiche fondamentali per sostenere la crescita economica. Per questo sarà difficile che al termine della cinque giorni si potrà raggiungere un reale accordo e consenso fra le varie nazioni.
La prima Conferenza si è tenuta nel 1955 e ha registrato la presenza di 30 nazioni, molte delle quali avevano raggiunto da poco l’indipendenza. Protagonisti dell’incontro il presidente indonesiano Sukarno, l'indiano Nehru e il cinese Zhou Enlai. Il più prestigioso leader del mondo arabo presente alla conferenza era l'egiziano Nasser. Essa ha segnato l'affermazione del Terzo Mondo e del Movimento dei non allineati, neutrali rispetto alle superpotenze dell’epoca, Stati Uniti e Unione Sovietica. Nella dichiarazione finale in dieci punti veniva proclamata l'eguaglianza tra nazioni, il sostegno ai movimenti impegnati nella lotta al colonialismo e il rifiuto delle alleanze militari egemonizzate dalle superpotenze; inoltre, erano ribaditi alcuni principi fondamentali di cooperazione politica internazionale fra Paesi aderenti.