Nelle campagne birmane, anziani e malati costretti a votare “sì”
Yangon (AsiaNews) – Nei villaggi birmani anziani ed ammalati sono stati chiamati in anticipo a votare per il referendum costituzionale, in programma il 10 maggio a livello nazionale. Il voto è stato estorto dai “volontari” inviati dal regime militare e non è stato segreto. Il 20 aprile – raccontano fonti di AsiaNews fuori Mandalay – decine di scrutatori, di cui molti giovani studenti, si sono recati nelle case degli elettori anziani e dei malati e “hanno fatto votare” per il “sì”. I cittadini, inoltre, sono stati costretti a mettere la loro firma sulla scheda, così che ogni preferenza possa essere ricondotta all’elettore. La popolazione temeva da settimane che la giunta avrebbe messo in atto questo tipo di stratagemma. Il voto non segreto rende più concrete le minacce di “gravi ripercussioni”, diffuse d arte dalle autorità, per chi non appoggerà la nuova Costituzione.
“Nei villaggi e nella provincia regna la paura dopo questa notizia – racconta un contadino nel sud del Paese – siamo arrabbiati e preoccupati nel vedere i metodi utilizzati dal governo per ottenere ciò che vuole, ma spero che i mie connazionali abbiano il coraggio di dire ‘no’”.
Ad ormai tre settimane dall’appuntamento alle urne si intensifica la campagna della giunta militare per raccogliere consensi. L’agenzia Democratic Voice of Burma ieri denunciava che le autorità stanno letteralmente comprando voti nelle campagne dello Stato di Kachin, dove vivono molti cristiani. “Offrono cellulari e riso”, riferisce Lahpai Naw Din, direttore del Kachin News Group con sede in Thailandia e citato dall’agenzia. Ai leader religiosi – continua – viene chiesto di persuadere i propri fedeli ad esprimersi per il “sì”. I militari hanno gioco facile nelle aree dove il livello di alfabetizzazione è bassissimo e quasi impossibile l’accesso ai mezzi di comunicazione di massa. “Nella zona alta del fiume Maykha - aggiunge il giornalista - manipolano la gente come vogliono, sono sicuri di ottenere un gran numero di voti qui”.
Dal 1988 la Birmania non ha una Costituzione. Il referendum fa parte della controversa “road map” verso riforme democratiche, proposta dalla giunta negli anni ’90. Ad esso seguiranno “elezioni democratiche” per il 2010, ma esperti ritengono che si tratti solo di un tentativo per consolidare lo status quo, rendendolo inattaccabile sul piano legale.