Nella guerra birmana aumentano ancora gli omicidi di massa dell'esercito
Nei primi nove mesi dell’anno almeno 435 persone sono state uccise dei militari. Erano 113 nel 2021. A questo si sommano colpi di artiglieria e attacchi aerei contro case, scuole ed edifici religiosi, oltre a massacri e incendi dolosi da parte delle truppe sul campo. La giunta usa la paura come arma. Almeno un migliaio di civili intrappolati nei combattimenti nello Stato Rakhine.
Yangon (AsiaNews) - Per il quarto anno consecutivo - dal ritorno al potere dei militari in seguito al golpe del febbraio 2021 - il numero di omicidi di massa in Myanmar è aumentato, con almeno 435 persone uccise nei massacri consumati nei primi nove mesi di quest’anno. A lanciare l’allarme è l’Institute for Strategy and Policy-Myanmar in un rapporto pubblicato in questi giorni, che documenta casi in cui sono state ammazzate almeno 10 o più persone in contemporanea, per un totale di diverse centinaia fra gennaio e la prima settimana di ottobre. A questo si aggiungono eventi sistematici di arresti, torture e giustizia sommaria ai danni dei civili da parte dell’esercito, spesso con accuse pretestuose di sostegno ai ribelli.
Al conteggio si devono aggiungere almeno 25 civili uccisi dalla giunta a Budalin nella regione di Sagaing fra il 9 e il 20 di questo mese, e altri sei in un raid aereo nella cittadina di Myaung per un totale complessivo di 466. Secondo quanto riferisce Radio Free Asia (Rfa) che rilancia il documento, i civili uccisi in eventi di massa finora nel 2024 segnano l’ultimo di un aumento annuale dal golpe con 379 nel 2023, 245 nel 2022 e 113 nel 2021.
I ricercatori spiegano che il numero di vittime è cresciuto con l’uso sempre più frequente da parte della giunta di artiglieria e attacchi aerei che prendono di mira case, scuole ed edifici religiosi, oltre a massacri e incendi dolosi da parte delle truppe sul campo. In uno degli eventi più recenti, il 19 ottobre un centinaio circa di soldati del battaglione No.33 hanno fatto irruzione nel villaggio Si Par nella cittadina di Budalin, arrestando e uccidendo sul posto 22 civili, tra cui due anziani. “Le forze della giunta trattano le persone come animali, non come esseri umani” spiega una fonte, che come altri intervistati interpellati nel rapporto parla dietro garanzia di anonimato a tutela della sua sicurezza. “Hanno ucciso - aggiunge - persone di varie età, tra cui sessantenni e settantenni... È stato così crudele che non posso parlarne in dettaglio”.
Kyaw Win, direttore del Burma Human Rights Network, ha affermato che la giunta - che nega i casi documentati di omicidi di massa - sta usando la paura come arma nel tentativo di erodere il sostegno pubblico all’opposizione armata. “Questa è una strategia della giunta per minacciare la gente... per impedire loro di associarsi ai [ribelli]”, ha detto. “È una strategia di intimidazione”. Il 16 ottobre, Kyaw Moe Tun, ambasciatore del Myanmar presso le Nazioni Unite, ha invitato il Consiglio di Sicurezza Onu a presentare un’istanza contro la giunta alla Corte penale internazionale (Cpi), affermando che è impossibile ritenere il regime militare responsabile dei suoi crimini di guerra nei tribunali del Paese data la situazione di conflitto.
Intanto almeno un migliaio di civili risultano intrappolati nei combattimenti nello Stato occidentale di Rakhine, mentre gruppi ribelli si stanno avvicinando a un quartier generale dell’esercito golpista nella città di Ann, bloccando le strade e senza vie di uscita per i residenti. A lanciare l’offensiva è l’ Arakan Army, accusata in passato anche di attacchi e violenze contro la minoranza musulmana Roinghya, che continua a sottrarre ampie porzioni di territorio alla giunta. La maggior parte dei 10mila residenti della città è fuggita quando i combattimenti si sono intensificati a luglio, ma alcune famiglie per un totale di un migliaio di persone, sono rimaste perché non avevano un luogo sicuro in cui rifugiarsi. Gli insorti si trovano ora a un paio di chilometri di distanza dal quartier generale, con i militari che hanno chiuso tutte le strade, lasciando ai pochi civili rimasti ad Ann nessuna via di uscita. “Non abbiamo nessun posto dove andare. Ogni strada è chiusa - afferma un testimone - e i combattimenti stanno diventando estremamente intensi”.
22/10/2021 08:45
04/06/2022 11:09