Nell'Henan, carne di maiale contenente “veleno”. Sospesi i responsabili sanitari locali
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – I responsabili degli Uffici per l’Allevamento Animale sono stati sospesi nelle contee dell’Henan dove gli allevatori nutrono i maiali con sostanze illegali e nocive per l’uomo, dopo la denuncia del 15 marzo in un servizio della China Central Television.
Le riprese mostrano allevatori di Mengzhou, Qinyang, Jiyuan e altre contee dell’Henan che mischiano nel mangime clenbuterolo idrocloride, sostanza che rende la carne più magra ma è nociva per l’uomo. Gli ispettori sanitari sono anche filmati mentre fingono di non vedere le violazioni, dopo avere preso tangenti.
I maiali così nutriti si sviluppano con rapidità e possono essere macellati prima, inoltre la loro carne è molto pregiata perché poco grassa. Ma è proibito perché velenoso per l’uomo, può aumentare la pressione del sangue ed è causa di malattie cardiache e, in caso di consumo prolungato, anche tumori.
I maiali avviati al macello devono ottenere 3 certificati di quarantena ed essere contrassegnati con punzoni alle orecchie. Ma la Cctv mostra che per circa 200 yuan (22 euro) un “intermediario” forniva tutti i certificati, senza chiedere documenti.
Il ministro per l’Agricoltura ha subito mandato squadre d’indagine e il governo provinciale dell’Henan ha ordinato ai 16 allevatori indicati nel servizio di cessare le vendite e distruggere oltre 130 tonnellate di carne di maiale lavorata sospettata di contaminazione.
Lo scandalo è grande anche perché dal servizio televisivo l’espediente appare molto diffuso e sono coinvolti allevatori che forniscono i maiali alla ditta Shuanghui Investment and Development Co., leader nazionale per le carni che vende in tutto il Paese. La ditta, con sede a Luohe (Henan), ieri ha fatto pubbliche scuse e ha sospeso la produzione nelle zone coinvolte dalla denuncia.
La vicenda richiama lo scandalo del settembre 2008 del latte in polvere per neonati cui era aggiunta la tossica melamina per farlo sembra più nutriente, che causò almeno 6 morti accertati e oltre 300mila malati gravi. Anche allora erano coinvolte primarie ditte alimentari. Ci furono pene esemplari per alcuni responsabili della ditta più coinvolta, ma le famiglie danneggiate non hanno ricevuto adeguati indennizzi.
Il governo, nonostante norme più rigide sulla sicurezza alimentare, non riesce a debellare le continue gravi frodi, che coinvolgono anche aziende nazionali. Esperti commentano sarebbe necessario dare maggior spazio alle denunce private e alle richieste di risarcimento, invece di mettere a tacere e arrestare chi protesta.