Nell'Anno della tutela del bambino aumenta il lavoro minorile
Faisalabad (AsiaNews) La metà dei palloni da calcio di tutto il mondo passa tra le mani di bambini pakistani, non per gioco ma per lavoro, nonostante il governo abbia proclamato il 2004 "Anno della tutela del bambino".
Lo sfruttamento minorile nel Paese sta crescendo in modo molto rapido: secondo il Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP), i bambini sfruttati sotto i 14 anni sono 9 milioni. Rispetto allo scorso anno, si è registrato un incremento di 1 milione. La più alta concentrazione di lavoratori minori è a Sialkot, una provincia nel nord-ovest del Panjab. L'ultima indagine nazionale dell'Ufficio statistico nel 1996 aveva registrato 3 milioni e 300 mila bambini lavoratori.
Di fronte a questa situazione, la Società per la protezione dei diritti del bambino (SPARC) ha chiesto con il Governo di bandire in via definitiva il lavoro minorile e di istituire l'educazione scolastica obbligatoria e gratuita per tutti i minori.
Nel 1991 un provvedimento sull'impiego di bambini aveva proibito in generale ogni forma di lavoro minorile. La SPARC avanza ora richieste più specifiche: una nuova legge per innalzare - da 14 a 18 anni - l'età minima dei ragazzi impiegati nei lavori "a rischio". Una ricerca dell'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) ha individuato 29 lavori rischiosi. Tra questi, la conciatura di pelli, l'estrazione di carbone, la fabbricazione e vendita di materiale esplosivo, il lavoro in stabilimenti di gas naturale, raffinerie, fabbriche di vetro, acciaierie, stampa e tintura di tessuti.
L'OIL richiede la riattivazione della una commissione di vigilanza sul lavoro minorile istituita nel 1992 e in seguito abolita. Disoccupazione, tossicodipendenza e analfabetismo restano gli ostacoli maggiori all'abolizione del lavoro minorile in Pakistan. (QF)