Nel mondo ci sono più cattolici e più sacerdoti
Città del Vaticano (AsiaNews) – Aumentano i cattolici nel mondo, cresce anche il numero di coloro che si dedicano, a livelli diversi, all’apostolato, e in particolare i diaconi permanenti, ma diminuiscono le religiose professe e le vocazioni sacerdotali. Sono i dati principali che emergono dai dati dell’Annuarium Statisticum Ecclesiae, riferiti all’anno 2013, diffusi oggi in Vaticano.
Nelle 2.989 circoscrizioni ecclesiastiche del pianeta, nel periodo che va dal 2005 al 2013 i cattolici battezzati hanno registrato una rapida crescita, con un incremento percentuale di oltre il 12%. Nello stesso arco temporale essi sono complessivamente passati da quasi 1.115 a 1.254 milioni, con un aumento assoluto di 139 milioni di fedeli battezzati. Poiché nello stesso periodo la popolazione mondiale è passata da 6.463 a 7.094 milioni, l’incidenza dei cattolici a livello planetario è aumentata dal 17,3 al 17,7 per cento.
Questi valori, però, esprimono la sintesi di situazioni molto diverse tra i vari continenti. Per l’Europa si registra una evidente stazionarietà da imputare sostanzialmente alla ben nota situazione demografica del vecchio continente, la cui popolazione, attualmente in fase di stabilizzazione, è prevista in netto declino per i prossimi decenni. Nel 2013 i fedeli battezzati, in lieve crescita rispetto all’anno precedente, ammontavano a 287 milioni e sono 6,5 milioni in più rispetto al 2005.
Più dinamica risulta la realtà africana, dove i cattolici sono aumentati del 34%: nel 2005 erano 153 milioni e nel 2013 erano saliti a 206 milioni. Tale andamento, solo in parte imputabile a fattori puramente demografici, riflette un aumento effettivo della presenza dei fedeli battezzati: infatti, i cattolici, che erano il 17,1% della popolazione africana nel 2005, otto anni più tardi ne rappresentavano quasi il 19%.
In America e in Asia la crescita dei fedeli battezzati è stata importante (rispettivamente +10,5 e +17,4 per cento), ma è del tutto spiegabile con lo sviluppo demografico registrato nello stesso periodo. In termini relativi, infatti, i cattolici americani rappresentavano stabilmente il 63% della popolazione mentre in Asia l’incidenza dei cattolici è passata dal 2,9 nel 2005 al 3,2 per cento nel 2013.
Rimane stabile l’incidenza dei cattolici battezzati su 100 abitanti in Oceania, anche se su valori assoluti nettamente inferiori.
Le forze di apostolato, costituite da Vescovi, sacerdoti, diaconi permanenti, religiosi non sacerdoti, religiose professe, membri di istituti secolari, missionari laici e catechisti, ammontavano a fine 2013 a 4.762.458 con una variazione positiva di poco meno di 300.000 unità rispetto alla stessa data del 2005.
La ripartizione tra le diverse componenti che costituiscono le forze di apostolato è abbastanza difforme da continente a continente. Nella media mondiale il rapporto percentuale tra la somma dei Vescovi, dei sacerdoti e dei diaconi permanenti e il complesso di tutti gli operatori pastorali risultava alla fine del 2013 del 9,7%, con i valori inferiori in Africa (8,1%) e nel Sud-Est asiatico (9,4%) mentre con i valori superiori in Europa (19%) e nel Nord America (12,5%): i territori di missione si caratterizzano così per un accentuato apostolato di tipo laicale.
Al 31 dicembre 2013 erano presenti in tutte le circoscrizioni ecclesiastiche 5.173 Vescovi con un aumento, rispetto ad un anno prima, di 40 unità che è stato di poco inferiore alla media degli ultimi otto anni (+41,5 unità). Il confronto con il 31 dicembre 2012 mostra che nel Nord America e in Oceania si è registrato un calo (rispettivamente 6 e 5 unità) cui si contrappone un aumento nel resto del continente americano (+23 unità), in Africa (+5), in Asia (+14) e in Europa (+9). Tuttavia le modifiche intercorse tra il 2012 e il 2013 sono, in termini relativi, tutti di scarsa entità. Questo indica che la presenza più numerosa è in America e in Europa (dove vivono rispettivamente il 37,4 e il 31,4 per cento dei vescovi del pianeta), seguiti a lunga distanza da Asia (15,1%), da Africa (13,6%) e da Oceania (2,5%). Un aspetto che è interessante rilevare è quello del lento ma graduale processo di sostituzione dei Vescovi missionari con le gerarchie locali. Considerando come indicatore di questo fenomeno il rapporto percentuale tra i vescovi non nativi nel continente e il loro totale, si ricava che nel periodo 2005-2013 il valore di questo indice è diminuito in Oceania, in Africa e in America, mentre è aumentato in Europa ed in Asia, seppure lievemente.
Il numero complessivo dei sacerdoti - secolari e religiosi - è stato alla fine del 2013 pari a 415.348. Rispetto all’anno precedente, quando il numero dei sacerdoti risultò di 414.313, vi è stato un aumento dello 0,3 per cento. L’incremento si è verificato in tutte le ripartizioni territoriali (ad eccezione del Nord America e dell’Europa in cui la consistenza dei sacerdoti si è ridotta nel giro di un anno rispettivamente dell’ 1,4 e dell’ 1,2 per cento): si passa, infatti, dagli incrementi dell’1,6% per l’America Centrale, dell’1,0% per il sud America e del 2,4% per il Sud-Est asiatico, all’aumento del 4,2% per l’Africa.
Da un esame di più lungo periodo emerge in maniera netta l’evoluzione di questo fenomeno. Rispetto al 2005 i sacerdoti, nel loro complesso, sono aumentati del 2,2%. Le variazioni positive più alte si sono avute in Africa (+29,2%) ed in Asia (+22,8%) mentre in Europa si è registrato un calo di 7,1%. L’America ha ottenuto un incremento più basso di quello mondiale (+1,7%), ma questo valore risulta dalla media tra il +11,5% registrato nel Centro-Sud del continente e il -10,4% corrispondente alla variazione delle diocesi situate al Nord del continente.
La distribuzione dei sacerdoti per area geografica mette in evidenza un’accentuata concentrazione. Così, ad esempio, il 44,3% dei sacerdoti è presente nel 2013 in Europa dove vivono poco meno del 23% di tutti i cattolici del mondo, il 29,6% dei sacerdoti è presente in America con il 49% dei cattolici, il 14,8% in Asia con il 10,9% dei cattolici, il 10,1% in Africa con il 16,4% e infine l’1,2% dei sacerdoti è presente in Oceania dove vivono invece appena lo 0,8% dei cattolici.
I diaconi permanenti, diocesani e religiosi, sono in forte espansione sia a livello mondiale sia nei singoli continenti, passando complessivamente da 33.391 unità nel 2005 a oltre 43 mila nel 2013, con un variazione positiva pari al 29%. Europa ed America registrano sia la consistenza numerica più significativa, sia il trend evolutivo più vivace. Il numero dei diaconi europei, infatti, poco meno di 11 mila unità nel 2005, erano a fine 2013 poco più di 14 mila, con un incremento del 30%. In America, la consistenza di oltre 21 mila unità all’inizio del periodo, sale fino a raggiungere quasi le 28 mila unità nel 2013. Questi due continenti, da soli, rappresentavano nel 2013 il 97,6% della consistenza mondiale, con la porzione rimanente suddivisa tra Africa, Asia e Oceania.
Il gruppo dei religiosi professi non sacerdoti si è accresciuto dell’ 1% tra il 2005 e il 2013. Nel 2005 essi erano nel mondo 54.708 e si sono posizionati poi a poco più di 55 mila nel 2013. Il trend crescente è comune all’Africa ed all’Asia dove si osservano variazioni del +6% e del +30%, rispettivamente. Nel 2013 questi due continenti rappresentavano complessivamente una quota di oltre il 36% del totale (dal 31% nel 2005), All’opposto, il gruppo costituito da Europa (con variazione del -10,9%), America (-2,8%) e Oceania (-2%), si è ridotto di oltre il 5% nel corso dell’orizzonte campionario.
Le religiose professe sono diminuite tra il 2012 e il 2013 dell’1,3%, valore che eguaglia la media annua tra il 2005 e il 2013. Nell’intero periodo esse sono passate da 760.529 nel 2005 a 693.575 unità nel 2013, con una variazione di -8,8%. Il declino, anche in questo caso, ha riguardato tre continenti (Europa, America e Oceania), con una variazione negativa anche di rilievo (-18,3% in Europa, -15,5% in America e -17,1% in Oceania). In Africa e in Asia, invece, l’incremento è stato decisamente sostenuto, superiore al 18% per Africa e al 10% per Asia. L’incidenza rispetto al totale mondiale nel 2005 e nel 2013 è praticamente la stessa in Oceania; il peso dell’Europa e dell’America è invece sceso dal 42,5 al 38,0 per cento per il primo continente, e dal 28,3 al 26,2 per cento per il secondo, mentre quello dell’Asia è salito dal 20,2 al 23,8 per cento e quello delle religiose africane dal 7,7 al 10,1 per cento.
Dopo un periodo di costante e sostenuto aumento del numero delle vocazioni sacerdotali, che ha avuto il momento di maggiore crescita nel 2011, si assiste nell’ultimo biennio ad una inversione di tendenza. Il numero complessivo degli iscritti ai corsi di filosofia e di teologia dei centri diocesani e religiosi di formazione al sacerdozio di tutto il mondo cattolico è stato nel 2013 di 118.251 contro i 120.616 nel 2011, con una flessione, quindi, del 2% nel corso di due anni. La diminuzione delle vocazioni sacerdotali nel 2013 è stata generale (con la sola eccezione dell’Africa dove si è registrato tra il 2011 e il 2013 un incremento dell’ 1,5%), ed ha interessato in misura diversa i singoli continenti. Nell’America del Nord ed in particolare negli Stati Uniti si è manifestato un andamento decrescente alquanto pronunciato con una riduzione del 5,2% dal 2011 al 2013. L’America centro-continentale ha mostrato una contrazione di 0,1%, mentre nel Sud America si è registrata nello stesso periodo una diminuzione di quasi il 7% ed è particolarmente evidente in Colombia (-10,5%), in Cile (-11,2%) e in Perú (-11,2%). Allineata alla media del sub-continente è la perdita del Brasile (-6,7%).
Anche in Asia le vocazioni sacerdotali hanno subito nel biennio una flessione: nel 2013 esse erano inferiori dello 0,5% al valore del 2011. La tendenza si è riscontrata soprattutto in Indonesia, nella Repubblica di Corea e nelle Filippine, mentre è stata in controtendenza nell’India dove i seminaristi si sono accresciuti dello 0,5%.
Nel continente Europeo si è verificato un calo del 3,6% nel biennio. Hanno contribuito a questo fenomeno soprattutto Polonia (-10,0%), Gran Bretagna (-11,5%), Germania (-7,7%), Repubblica Ceca (-13,0%), Austria (-10,9%), Francia (-3,5%) e Spagna (-1,8%). Sono, invece, aumentate le vocazioni sacerdotali in Italia (+0,3%), Ucraina (+4,5%) e Belgio (+7,5%). In una situazione di stazionarietà si trovano Ungheria e Bosnia ed Erzegovina.
In Oceania, tra il 2011 e il 2013, i seminaristi si riducono del 5,1%.