22/11/2005, 00.00
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Nel giorno della festa dell'indipendenza libanese, Mehlis torna a Beirut

I maggiori esponenti politici libanesi insieme alla parata militare, ma divisi subito dopo. Braccio di ferro tra Mehlis e la Siria sul luogo degli interrogatori dei siriani ritenuti informati sull'assassinio di Hariri.

Beirut (AsiaNews/Agenzie) - Oggi, giorno nel quale il Libano festeggia il 62/mo anniversario dell'indipendenza dalla Francia,è tornato a Beirut Detlev Mehlis, capo della commissione d'inchiesta dell'Onu sull'assassinio dell'ex primo minstro libanese Rafic Hariri, in seguito al quale la Siria è stata costretta ad evacuare le sue truppe dal Paese dei cedri.

L'anniversario ha quindi assunto quest'anno un carattere particolarmente festoso, anche se sono state evidenti le divisioni politiche lasciate da 29 anni di occupazione siriana, mentre gli scontri tra esercito israeliano ed hezbollah, nel sud del Paese ricordavano fragorosamente la mancata realizzazione del processo di pace.

Se la consueta parata militare nella piazza dei Martiri, a Beirut, ha visto fianco a fianco le masime autorità dello Stato, dal presidente della Reubblica Emile Lahoud al premier Fuad Siniora e al presidente del Parlamento, Nabih Berri, le divisioni sono emerse subito dopo, con il filosiriano Lahoud nel suo palazzo di Baabda per il tradizionale ricevimento, boicottato da molti ambasciatori, mentre gli altri esponenti politici della maggioranza antisiriana si univano alle migliaia di libanesi raccolti attorno alla tomba di Hariri, vicino alla vicina Grande Moschea. "Spero che per il prossimo anniversario dell'indipendenza avremo scoperto la verità", ha dichiarato Siniora, riferendosi all'inchiesta Onu sull'assassinio di Hariri, di cui era stato uno dei più stretti collaboratori.

L'inchiesta sta vivendo un momento delicato per il braccio di ferro in atto tra Melis e le autorità siriane. Motivo formale del contendere il luogo nel quale il capo della commissione Onu potrà interrogare i 6 ufficiali ed esponenti di Damasco ritenuti "informati" sull'attentato ad Hariri. Tra loro anche il cognato del presidente siriano Bashar al Assad. Mehlis li vorrebbe al quartier generale della commissione, alla periferia di Beirut, (cioè in Libano, dove ha il potere di trattenere i sospetti) ma Assad in persona si è detto contro l'ipotesi che i suoi uomini siano ascoltati in Libano. La Siria ha proposto il quartier generale dell'Onu che è sul Golan, lungo la linea del cessate il fuoco o la sede della Lega araba, al Cairo. Malgrado un incontro tra Mehlis e il consigliere giuridico del Ministero degli esteri di Damasco, svoltosi venerdì a Barcellona, la questione non ha ancora trovato soluzione. Ambienti diplomatici affermano che Mehlis potrebbe tornare davanti al Consiglio di sicurezza prima del 15 dicembre, se la Siria non si deciderà a cooperare.

In proposito il segretario dell'Onu, Kofi Annan, ha dichiarato che i leader dei Paesi mediorientali vorrebbero che Damasco cooperasse con l'Onu, in quanto temono che la Siria possa divenire "un nuovo Iraq".

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