15/09/2006, 00.00
INDIA
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Nel Rajasthan i Dalit sono discriminati anche nei soccorsi per l'inondazione

di Nirmala Carvalho

Cacciati dai campi profughi e discriminati negli aiuti. Uno studio indica che è rapita una donna Dalit ogni 60 ore e ucciso un uomo ogni 9 giorni.

Jaipur (AsiaNews) – Nel distretto di Barmer, Rajasthan, i Dalit sono discriminati anche nei soccorsi dopo le gravi inondazioni. Ora un comitato costituito da organizzazioni Dalit accerterà i soprusi, ma c'è poca speranza di correggerli.

Fonti locali raccontano che nei distretti di Barmer e di Jaisalmer i membri delle caste dominanti cacciano i Dalit dai campi profughi: negano loro cibo e acqua e l'uso dei gabinetti da campo, degli alloggi e della cucina comune.

Secondo la stampa nazionale P.L. Mimroth, presidente del comitato nonché del Centro per i diritti dei Dalit, ha dichiarato che i membri delle caste superiori si sono opposti con decisione al drenaggio delle acque dai villaggi di Malwa e Kawas, dove risiedono molti Dalit. "Gli ingegneri del governo – dice Mimroth – hanno paura di una reazione violenta dei membri delle caste dominanti, se pompano via l'acqua dalle zone Dalit". In queste zone – prosegue – i tanti aiuti pubblici e privati sono arrivati in minima parte. "E' la vecchia storia dell'odio tra caste nel feudale Rajasthan" e dell'antico pregiudizio secondo cui la presenza di un Dalit in un campo profughi "contamina la santità del campo". Ora il Comitato vuole garantire ai Dalit un uguale accesso agli aiuti e redigerà un rapporto sulla loro situazione.

"E' tragico – dice ad AsiaNews padre A. Philomin Raj, segretario della Conferenza episcopale indiana – che anche nelle tragedie naturali dominano le discriminazioni di casta. In India le caste distruggono la vita della gente, anche in queste emergenze. I Dalit sono discriminati da secoli e lo sono ancora in questa era tecnologica, la loro situazione non è molto migliorata".

John Dayal, presidente del Consiglio All India Catholic, ha commentato ad AsiaNews che "questo mostra quanto sia radicata la divisione tra caste in India, specie in Stati come il Rajasthan e il Gujarat, dove in nome della tradizione si legittima qualsiasi discriminazione, come il divieto agli stallieri Dalit di andare a cavallo il giorno del matrimonio. E' già successo di recente: dopo le devastazioni del terremoto Bhuj il governo locale ha isolato i Dalit nel loro ghetto. Anche durante gli aiuti per lo tsunami l'Unione cattolica ha dovuto accettare di destinare gran parte degli aiuti alle caste superiori. Vediamo funzionari pubblici appoggiare le minacce che i membri delle caste superiori fanno ai Dalit. Non credo che nel Rajasthan le proteste dell'avvocato Mimroth otterranno effetti. Devono intervenire la commissione centrale per la registrazione delle caste, la commissione nazionale per i diritti umani e il governo centrale per assicurare i soccorsi ai Dalit. Non ci sono questioni di casta in questa tragedia comune".

Anche uno studio di Public Advocacy Initiatives for Rights e Values in India e di Develpment Coordination Network Committee Trust conferma che le discriminazioni contro i Dalit sono maggiori negli Stati di Rajasthan, Uttaranchal, Bihar e Chhattisgarh. Sono stati accertati episodi di violenza contro le donne: rapimenti e traffico di donne e ragazze minori, feticidi e infanticidi di bambine, torture mentali e molestie diffuse. Nel Rajasthan è rapita una donna Dalit ogni 60 ore e un Dalit è ucciso ogni 9 giorni.

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