Nel 2018, fuggiti dalla Corea del Nord più di mille disertori
Da quando Kim Jong-un è salito al potere, nel 2012, sono circa 1.000-1.500 i nordcoreani che ogni anno hanno lasciato il Paese. Tra gennaio-novembre 2018, Seoul ha autorizzato missioni umanitarie nel Nord: distribuito 4,15 milioni di dollari in farmaci, latte in polvere e farina. Il Nord contro le nuove sanzioni di Washington: “A rischio la denuclearizzazione della penisola”. Seoul media: nuovi colloqui con gli Usa.
Seoul (AsiaNews/Agenzie) – Tra gennaio e novembre di quest’anno, 1.042 nordcoreani hanno disertato verso la Corea del Sud. È quanto annuncia oggi il ministero di Seoul per l’Unificazione, aggiungendo che il dato è in linea con quello rilevato nello stesso periodo del 2017, quando dal Nord erano fuggite 1.045 persone. Da quando Kim Jong-un è salito al potere, nel 2012, sono circa 1.000-1.500 i nordcoreani che ogni anno hanno lasciato il Paese. Secondo i dati forniti dal governo di Seoul, alla fine di novembre scorso i disertori della Corea del Nord che vivono nel Sud avevano raggiunto le 32.381 unità.
Il ministero dell’Unificazione ha anche fornito dati sugli impegni umanitari del Sud verso il Nord. Tra gennaio e novembre 2018, Seoul ha autorizzato 14 missioni distinte nel Nord. Sei organizzazioni civili hanno distribuito 4,7 miliardi di won (4,15 milioni di dollari Usa) in farmaci per tubercolosi, latte in polvere e farina. Lo scorso anno, la Corea del Sud ha annunciato un piano per fornire 8 milioni di dollari in assistenza alla Corea del Nord attraverso gruppi umanitari internazionali, ma il piano deve ancora essere attuato. Secondo i media nazionali, il governo ha sospeso l’iniziativa in attesa di evoluzioni positive nei negoziati per la denuclearizzazione del Nord e nelle sanzioni internazionali contro Pyongyang.
Sanzioni e denuclearizzazione sono oggetto delle ultime tensioni tra Corea del Nord e Stati Uniti. Pyongyang ha condannato le ultime misure punitive, disposte da Washington lo scorso 10 dicembre contro tre alti ufficiali del Nord. Emesse per violazione dei diritti umani, le sanzioni colpiranno i fondi statunitensi di Choe Ryong-hae, braccio destro di Kim Jong-un; del ministro della Sicurezza, Jong Kyong-thaek; di Pak Kwang-ho, direttore del Dipartimento per la Propaganda.
Due giorni fa, l'amministrazione nordcoreana ha espresso “shock e indignazione” per le nuove sanzioni statunitensi, che potrebbero “bloccare per sempre la strada verso la denuclearizzazione della penisola coreana”. Pyongyang ha accusato il Dipartimento di Stato Usa di “essere intenzionato a riportare le relazioni allo stato dell'anno scorso, caratterizzate da scambi di fuoco”. Il Nord sostiene che la politica statunitense di “massima pressione” rappresenti un “errore di calcolo” e che Washington dovrebbe tornare al clima di fiducia che ha seguito il vertice di Singapore tra i leader dei due Paesi.
Alla luce dei nuovi attriti, oggi il ministero degli Esteri di Seoul ha annunciato colloqui di altro profilo con Washington. Stephen Biegun, rappresentante speciale Usa per la Corea del Nord, arriverà a Seoul domani per una visita di quattro giorni. Gli alleati discuteranno questioni relative al Nord, comprese le relazioni inter-coreane, e coordineranno strategie per “sostanziali progressi” negli sforzi verso la denuclearizzazione e la pace. La Corea del Sud cerca di mantenere lo slancio del dialogo, nella speranza che migliori rapporti con Pyongyang facilitino il processo. Proseguono le iniziative di distensione tra le due Coree. In programma per la prossima settimana, una cerimonia ufficiale aprirà i lavori per ammodernare le infrastrutture ferroviarie del Nord e ricollegare alcune strade di confine.
25/09/2020 08:57