Nazareth, mons. Marcuzzo: sorpresi da attacchi a scuole cristiane. Preoccupa caos in Israele
Spari contro la scuola e il convento delle francescane, raid di uomini mascherati all’istituto delle salesiane con richiesta di convertirsi. Ieri interrotta la messa con la richiesta di recitare il Corano. Per l’ex vicario “positiva” la netta condanna di imam e leader islamici della città. Il clima di forte tensione attorno alla riforma della giustizia “ampio e preoccupante”.
Nazareth (AsiaNews) - Un clima di tensione “che ha sorpreso tutti, anche gli stessi musulmani” e che rappresenta una “novità”. Così l’ex vicario patriarcale di Gerusalemme dei Latini mons. Giacinto-Boulos Marcuzzo, ancora oggi residente nella città santa e attivo nella pastorale, commenta gli ultimi episodi di violenza e intolleranza anti-cristiana che si sono consumati a Nazareth. “Prima - racconta ad AsiaNews - gli spari contro la scuola delle suore francescane, poi il raid dalle suore salesiane con il saluto ‘Ramadan Kareem’ e l’esortazione a diventare musulmani. L’ultimo ieri mattina, quando si sono presentati in una chiesa durante la messa e al vice parroco, un sacerdote maronita, hanno chiesto di recitare il Corano”. Al rifiuto opposto dal sacerdote, il giovane “si è messo a pregare” fino all’arrivo di un gruppo di persone che “lo hanno convinto a desistere e ad andarsene” per evitare di generare ulteriore tensione.
Tre episodi in pochi giorni contro i cristiani nella città di Gesù, che è anche - come spiega mons. Marcuzzo - il più importante centro “del mondo musulmano e arabo in Israele”. Di questi, due hanno coinvolto istituti educativi ed è per questo che il segretariato generale delle scuole cristiane in Israele ha indetto per oggi uno sciopero generale di tutti gli istituti di Nazareth. Per domani sono previste “attività educative speciali” con approfondimenti sul tema della violenza confessionale e i modi per contrastare il fondamentalismo nella società. Il 29 marzo la Salzian Sisters School terrà una conferenza stampa intitolata “No alla violenza”, mentre i vescovi il giorno stesso “pubblicheranno una nota ufficiale - anticipa il prelato - sulle recenti violenze”.
Il primo attacco risale al 16 marzo, quando verso le 18.30 alcuni individui hanno esploso colpi di pistola in direzione della scuola e del convento delle suore francescane. Un gesto considerato un “pericoloso precedente”, perché per la prima volta prende di mira una istituzione educativa cristiana in Israele, finora risparmiate. Il secondo è avvenuto il 24 marzo e ha coinvolto l’istituto e la casa delle suore salesiane, attaccata da persone mascherate in un raid di chiara matrice confessionale. Le religiose raccontano che, dopo aver aperto il cancello, si sono trovate davanti persone con il volto coperto da maschere nere che intimavano di convertirsi all’islam in questo “mese sacro di Ramadan”. A compiere l’assalto sarebbero stati almeno cinque giovani, poi fuggiti all’arrivo della guardia.
Gli assalti giungono in un clima di profonda tensione, a partire dall’ondata di proteste in Israele attorno alla controversa riforma della giustizia. A questa si somma lo scontro fra israeliani e palestinesi in Cisgiordania e Gaza, alimentato da gesti provocatori come la camminata di Itamar Ben-Gvir alla Spianata delle moschee, che rischia di trasformarsi in una nuova intifada e ha già causato un numero record di vittime. Vi sono poi gli attacchi contro luoghi di culto e centri cristiani per mano di estremisti ebraici: l’ultimo episodio il 19 marzo alla Tomba di Maria, preceduta dal raid ai primi di febbraio contro la Chiesa della Flagellazione, mentre a inizio anno gruppi estremisti avevano profanato un cimitero sul Monte Sion e prima ancora colpito altri obiettivi fra i quali una chiesa nei pressi del Cenacolo, la stessa basilica di Nazareth ed edifici cattolici e greco-ortodossi.
“In riferimento agli episodi di intolleranza a Nazareth di questi giorni - sottolinea mons. Marcuzzo - è importante la presa di posizione di due autorevoli imam della città, capi delle moschee, che hanno condannato con forza questi gesti. Si tratta - prosegue - perlopiù di giovani, forse animati da troppo slancio, che in occasione del Ramadan [il mese di digiuno e preghiera islamico] vogliono compire gesti di… ‘zelo apostolico’, persone che vogliono farsi notare in un clima particolare legato al mese sacro”. “Oggi scioperano le scuole e domani ci saranno seminari e momenti di riflessione negli istituti - spiega l’ex vicario - ma come Chiesa e leader cristiani vogliamo cercare di calmare la situazione, senza fare polemiche. Il vero nodo - conclude - è che questi episodi si inseriscono in un quadro più ampio e preoccupante che si respira in Israele, un’escalation di tensione che ha sorpreso per la rapidità con cui si sta consumando e che, almeno per ora, non ha causato vittime. La preoccupazione, però, resta”.
24/06/2016 12:48