Narendra Modi arriva in Cina per ridurre il deficit commerciale con Pechino
Pechino (AsiaNews) – Seduti sul muretto di una casa tradizionale cinese, il presidente Xi Jinping e il suo ospite primo ministro indiano Narendra Modi “hanno tratteggiato il futuro del continente asiatico, una nuova luce per il mondo intero”. È la mirabolante didascalia che il Quotidiano del Popolo cinese ha riservato alla foto pubblicata oggi, che ritrae i due leader in atteggiamento informale mentre – nell’antica capitale imperiale di Xian – aprono la visita di tre giorni che Modi compie in Cina. Si tratta del secondo vertice bilaterale, dopo la visita compiuta da Xi in India nel settembre 2014.
All’epoca Modi era stato eletto da appena quattro mesi e stava ancora costruendo una solida base di sostegno all’interno del proprio Paese. Oggi, la situazione è per lui più solida: la crescita economica indiana sembra destinata a superare quella cinese – in fase di rallentamento oramai da più di cinque anni – e il premier nazionalista intende coinvolgere quanti più stranieri possibile nel suo piano di sviluppo. Il progetto “Make in India”, che promette sconti fiscali a chi delocalizza nel subcontinente, è in funzione e guarda proprio agli industriali cinesi.
Con l'aumento dei costi della manodopera in Cina e il progressivo invecchiamento della popolazione causato dalla politica del figlio unico, diverse industrie manifatturiere cercano nuovi spazi dove operare: l'India potrebbe essere un teatro ottimale. Nel subcontinente infatti ogni anno milioni di giovani entrano nel mondo del lavoro, ma il tasso di disoccupazione è alto e in crescita. Dal 2030, secondo studi della World Bank, ogni anno saranno circa 6,5 milioni i giovani indiani a cercare un impiego con scarse possibilità di successo.
Al momento la Cina è il maggior partner commerciale dell'India, con una bilancia commerciale bilaterale che nel 2014 ha toccato i 62 miliardi di dollari. Tuttavia alcune stime indiane sottolineano come di questa bilancia il “piatto basso” spetti a Delhi: il deficit commerciale – che nel 2001 era di 1 miliardo di dollari nei confronti di Pechino – oggi tocca i 38 miliardi.
Delhi spera di trarre nuovi benefici dalla rinomata capacità cinese nel campo della creazione di infrastrutture (anche all'estero) e dallo sviluppo del settore manifatturiero. Ll'India è pronta a fornire conoscenza informatica e abilità nello sviluppo dei software, necessari per rendere più competitive ed efficienti le industrie cinesi. Inoltre Modi intende spingere Xi a investire nella rete ferroviaria indiana, una delle più estese ma anche fra le più fatiscenti al mondo.
I media e gli analisti di entrambi i Paesi esprimono “cauto ottimismo” sui risultati della visita, che saranno resi noti il prossimo 16 maggio. Tuttavia, molti insistono sul “soft power” di Modi, che dopo la visita a Xian – e il canonico giro all’esercito di terracotta – parteciperà con il primo ministro cinese Li Keqiang a una dimostrazione di tai chi e yoga all’interno del Tempio del Cielo di Pechino, costruito nel 1420 dalla dinastia Ming per l’adorazione appunto del Cielo.
08/08/2016 12:21