Nabucco o South Stream: si accende la sfida per dove far passare l’energia per l’Europa
Baku (AsiaNews/Agenzie) – Turchia e Azerbaigian hanno raggiunto un “accordo” sul prezzo del transito del gas azero sul territorio turco, verso l’Europa. Intanto la Russia si accorda con l’Austria per iniziare la costruzione del gasdotto South Stream. Progetti faraonici si scontrano per decidere per dove passerà l’energia verso l’Europa, per i prossimi decenni.
Turchia e Azerbaigian già 2 mesi fa hanno annunciato di avere raggiunto un “accordo di principio”. Ora fonti riservate, riportate da AsiaTimes, dicono che si sarebbe raggiunto anche un accordo su “cifre concrete” e, soprattutto, che il nuovo accordo riguarda non solo il gas destinato al consumo interno turco, ma anche quello che dal deposito azzero di Shah Deniz Two dovrebbe alimentare il gasdotto Nabucco.
Il progetto Nabucco vuole portare il gas dell’Asia Centrale fino a Baumgarten in Austria, attraverso Georgia e Turchia, e poi per Bulgaria, Romania e Ungheria. Da anni se ne annuncia il prossimo inizio, poi rinviato per vari motivi. Due settimane fa Reinhard Mitschek, capo del progetto, ha annunciato che la costruzione del gasdotto dovrebbe iniziare entro l’anno per renderlo operativo entro il 2014.
Esperti ritengono che l’annuncio confermi il raggiunto accordo Ankara-Baku, anche perché l’Azerbaigian appare sempre più interessato al progetto e al ricco mercato europeo e di recente ha annunciato di poter fornire per il gasdotto fino a 12 miliardi di metri cubi (mmc) l’anno, invece degli 8 già promessi. I recenti rapidi aumenti dell’energia rendono sempre più appetibile il mercato europeo, il quale cerca alternative al gas russo.
L’Iraq darebbe a sua volta 8 mmc l’anno, mentre l’Unione europea tratta con il Turkmenistan per avere altro gas, anche se esistono dubbi sulla reale ricchezza dei giacimenti del Paese, che ha già promesso elevate forniture anche a Cina e Russia. Il gasdotto potrà portare fino a 31 mmc di gas annui.
La Russia avversa il progetto Nabucco che non passa per il suo territorio e ha lanciato a propria volta il progetto per il gasdotto South Stream, che passerà sotto il Mar Nero fino alla Bulgaria, per poi biforcarsi: un ramo andrà attraverso la Grecia fino in Italia e l’altro per Romania, Serbia, Ungheria (o Croazia) e Slovenia fino all’Austria. In tutto porterà 63 mmc l’anno.
Il 24 aprile a Vienna il cancelliere austriaco Werner Faymann e il premier russo Vladimir Putin hanno siglato l’accordo per la realizzazione della sezione austriaca del South Stream. Putin ha ripetuto la volontà “di realizzare questo progetto a tutti i costi, con la consapevolezza che le nostre forniture ai clienti europei devono essere diversificate”. Ha anche rilevato che il South Stream ha già fonti certe di approvvigionamento, mentre il Nabucco le sta ancora cercando. L’Austria ora riceve dalla Russia circa il 70% del suo gas.
Proprio gli stessi giorni il consorzio per il Nabucco ha iniziato la procedura per scegliere le ditte che forniranno tutti i materiali specialistici per il gasdotto, che devono essere ordinati molto tempo prima e prodotti in modo apposito.
Mosca non vuole essere tagliata fuori dal ricchissimo mercato europeo, al punto che di recente ha anche cercato di coinvolgere Kiev nel progetto di aumentare la capacità dell’attuale rete di gasdotti che, attraverso l’Ucraina, porta il gas in Europa. Anche se questo potenziamento renderebbe inutile lo stesso progetto South Stream. Al punto che esperti parlano di vere azioni di disturbo messe in atto dalla Russia, per impedire o ritardare qualsiasi progetto alternativo al suo attuale monopolio del gas dell’Asia centrale.
La guerra per l’energia entra sempre più nel vivo.