14/07/2015, 00.00
MYANMAR
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Myanmar, una campagna “My Friend” contro le violenze anti-Rohingya

A pochi mesi dalle elezioni, un gruppo di ragazzi promuove sui social l’iniziativa improntata alla pace e al dialogo. I giovani invitano a pubblicare selfie di gruppo con buddisti e musulmani uniti. Studente buddista: “L’amicizia non ha confini”. Giovane musulmana: "Usare la tecnologia per migliorare la società".

Yangon (AsiaNews/Agenzie) - Un gruppo di studenti birmani ha lanciato una campagna sui social network (Facebook e twitter), per promuovere la tolleranza fra i cittadini e contrastare l’odio e le violenze islamo-buddiste che da tempo caratterizzano il Myanmar. Una iniziativa significativa e all’insegna dell’unità, in un anno cruciale per un Paese che a fine anno sarà chiamato alle urne per eleggere il nuovo Parlamento e il capo di Stato. E in questa vigilia elettorale i movimenti nazionalisti e gruppi estremisti hanno già invaso la sfera politica con parole di odio e attacchi verso la minoranza Rohingya.  

I giovani coinvolti nella campagna “My Friend” hanno iniziato a pubblicare “selfie” - l’autoritratto fotografico che viene poi postato sui social - multietnici, che vedono uniti ragazzi buddisti e musulmani. L’obiettivo è mostrare, in particolare alle nuove generazioni, che si può convivere in armonia e in pace, senza guardare alle differenze di razza, etnia o credo religioso professato. 

Creata solo due giorni fa su Facebook, la pagina “My Friend” ha già raccolto migliaia di consensi sul social network. Wai Wai Nu, membro della comunità musulmana Rohingya e co-fondatrice dell’iniziativa, afferma: “Tutti amano scattarsi dei selfie da soli, quindi perché non usarli in modo corretto, per un miglioramento della società?”. Le fa eco il giovane As Han Seth Lu, che di recente si è iscritto alla pagina Facebook, inserendo un post in cui è accanto a una donna che indossa l’hijab: “Sono buddista - afferma - e la mia amica è una musulmana”. Siamo diversi, aggiunge, “ma sappiamo accettarci l’un l’altro” perché “l’amicizia non ha confini”. 

Il gruppo ha voluto lanciare la campagna in estate, sperando di poter influire in modo positivo sulle prossime elezioni di novembre e contrastare la politica di odio e divisioni cavalcato da movimenti nazionalisti buddisti contro i Rohingya. Fondamentale per la promozione dell’iniziativa la tecnologia mobile a basso costo e la recente diffusione di internet in quella che un tempo era una nazione isolata e sotto il controllo della dittatura militare. 

Dal giugno del 2012 lo Stato occidentale birmano di Rakhine è teatro di scontri violentissimi fra buddisti e Rohingya, che hanno causato almeno 200 morti e 250mila sfollati. Secondo stime delle Nazioni Unite in Myanmar - nazione a maggioranza buddista, con 50 milioni di abitanti e 135 etnie diverse - vi sono tuttora 1,3 milioni di appartenenti alla minoranza musulmana, che il governo considera immigrati irregolari e che per questo sono oggetto di abusi e persecuzioni.  

Ad oggi vi sono ancora 140mila sfollati rinchiusi nei centri profughi che, secondo quanto stabilito dal governo birmano, devono accettare la classificazione di bengali - e ottenere la cittadinanza - oppure rimanere "a vita" nei campi. Al loro interno essi sono privati dei diritti di base, fra cui assistenza sanitaria, educazione o un lavoro. Contro l'emarginazione e l'abbandono in cui versa la minoranza musulmana è intervenuta a più riprese anche la Chiesa cattolica birmana

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