Myanmar, i democratici di Aung San Suu Kyi hanno la maggioranza assoluta
Yangon (AsiaNews) - Dopo le voci dei giorni scorsi, alternate ai richiami alla cautela, oggi è arrivata anche l’ufficializzazione della Commissione elettorale: La Lega nazionale per la democrazia (Nld) ha ottenuto una vittoria “schiacciante” alle elezioni dell’8 novembre scorso, assicurandosi una maggioranza “storica” in Parlamento e la possibilità di formare il nuovo governo. Per il Paese del Sud-est asiatico, retto per decenni da una dittatura militare e negli ultimi quattro da un esecutivo emanazione della giunta, si tratta del primo, vero governo civile in oltre 50 anni.
Tuttavia, un quarto dei seggi restano assegnati secondo la Costituzione ai militari, i quali hanno anche il controllo di tre ministeri chiave con nomine dirette: Interni, Difesa e Controllo dei confini. Inoltre, sempre secondo la Carta, Aung San Suu Kyi non può essere eletta presidente; dalle prime informazioni, appare probabile che la Nobel per la pace assumerà la guida dell’esecutivo.
A mezzogiorno di oggi è arrivato l’annuncio della Commissione elettorale: la Nld si è assicurata 348 dei 664 seggi che compongono il Parlamento (Camera alta e bassa). Tuttavia, per i risultati definitivi serviranno ancora alcuni giorni, mentre l’iter che porterà all’elezione del presidente prenderà il via non prima di gennaio.
Il voto dell’8 novembre scorso - giudicato in gran parte libero anche da personalità interpellate da AsiaNews - ha visto la partecipazione dell’80% degli aventi diritto, su un totale di 30 milioni di elettori. Finora la Nld si è assicurata 238 seggi alla Camera bassa e altri 110 alla Camera alta, per un totale di 348. Di contro, l’ex partito di governo Union Solidarity and Development Party (Usdp) ha ottenuto sinora 40 seggi.
In un’intervista a Radio Free Asia (Rfa) diffusa ieri pomeriggio la leader della Nld Aung San Suu Kyi ha invitato una volta di più i propri sostenitori alla calma e a evitare gesti provocatori, sottolineando che il processo elettorale “non si è ancora concluso”. La “Signora” chiede prudenza e contegno anche nelle prossime settimane, aggiungendo che una volta al governo stabilirà tempi “chiari e precisi” in tema di riforme. “Le elezioni sono solo il primo passo” ha concluso la Nobel per la pace e neo leader di una nazione in cui restano aperte molte questioni irrisolte come i prigionieri politici, l’arresto di studenti e attivisti e l’influenza dei militari sulla vita pubblica.