Musulmani nepalesi chiedono aiuto ai cristiani contro l’estremismo indù
di Kalpit Parajuli
La comunità cattolica ha già espresso piena solidarietà: leader musulmani rimangono in silenzio. La vedova di Faizan Ahmad denuncia la paura nella comunità musulmana a parlare del caso del marito ucciso. Najrul Hasan Falahi, presidente della Federazione islamica: “Vogliamo indagini chiare e pulite”. L’impegno dei cristiani per i diritti delle minoranze.
Kathmandu (AsiaNews) – “Chiedo ai cattolici e a tutti i cristiani del Paese di unirsi a noi nel combattere per i diritti delle minoranze e per garantire la laicità dello Stato”. È l’appello di Najrul Hasan Falahi, presidente della Federazione islamica nepalese, ad avere indagini chiare e pulite sull’assassinio di Faizan Ahmad, segretario generale del partito. Lo scorso 26 settembre, due uomini (non ancora identificati) hanno sparato al leader musulmano, mentre usciva dalla moschea (cfr. AsiaNews, “Nepal, leader musulmano ucciso a colpi di pistola all’uscita dalla moschea”). La comunità cattolica e altre minoranze hanno già espresso piena solidarietà, e chiesto pubblicamente di garantire i diritti secolari e delle minoranze tramite la nuova Costituzione.
La vedova di Ahmad, Meher Banu Faizan, denuncia il silenzio dei leader musulmani e dell’intera comunità sulla morte di suo marito: “Loro hanno paura di parlare, ma a me non importa della mia vita, se non c’è nessuno ad aiutarmi. Non m’interessa se gli assassini di mio marito uccideranno anche me, voglio portarli davanti alla giustizia”. Secondo la donna, questa paura è alimentata dal comportamento della polizia, che invece di fare le indagini cerca i colpevoli all’interno del partito.
Secondo Gulam Rasul Miya, ex presidente della Federazione islamica, la polizia dovrebbe concentrarsi sulle indagini, piuttosto che interrogare i membri del partito e creare ulteriori complicazioni. “Cinque leader musulmani innocenti sono stati arrestati e torturati dalla polizia – denuncia – perché chiedevano indagini chiare e limpide”. E aggiunge: “Tutte le minoranze religiose dovrebbero lottare insieme e proteggersi l’uno con l’altro”.
Intanto, i leader cattolici del Paese stanno prendendo iniziative speciali per proteggere le minoranze religiose. La comunità, infatti, sta chiedendo di modificare o abolire le disposizioni del nuovo codice civile e penale. Il parlamento deve ancora approvare il disegno di legge che – se fatto passare – imporrebbe pene severe per le attività evangeliche nel Paese.
La vedova di Ahmad, Meher Banu Faizan, denuncia il silenzio dei leader musulmani e dell’intera comunità sulla morte di suo marito: “Loro hanno paura di parlare, ma a me non importa della mia vita, se non c’è nessuno ad aiutarmi. Non m’interessa se gli assassini di mio marito uccideranno anche me, voglio portarli davanti alla giustizia”. Secondo la donna, questa paura è alimentata dal comportamento della polizia, che invece di fare le indagini cerca i colpevoli all’interno del partito.
Secondo Gulam Rasul Miya, ex presidente della Federazione islamica, la polizia dovrebbe concentrarsi sulle indagini, piuttosto che interrogare i membri del partito e creare ulteriori complicazioni. “Cinque leader musulmani innocenti sono stati arrestati e torturati dalla polizia – denuncia – perché chiedevano indagini chiare e limpide”. E aggiunge: “Tutte le minoranze religiose dovrebbero lottare insieme e proteggersi l’uno con l’altro”.
Intanto, i leader cattolici del Paese stanno prendendo iniziative speciali per proteggere le minoranze religiose. La comunità, infatti, sta chiedendo di modificare o abolire le disposizioni del nuovo codice civile e penale. Il parlamento deve ancora approvare il disegno di legge che – se fatto passare – imporrebbe pene severe per le attività evangeliche nel Paese.
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