Musulmani moderati: il divieto alle donne di sedersi a cavalcioni sulle moto non è nella sharia
Jakarta (AsiaNews) - I movimenti musulmani moderati indonesiani contestano la nuova legge introdotta in un distretto della provincia di Aceh che, in accordo alla Sharia, proibisce alle donne di "sedersi a cavalcioni" sulle moto (cfr. AsiaNews 07/01/2013 Sharia ad Aceh: vietato alle donne sedersi a cavalcioni sulle moto). Sulla vicenda, che ha sollevato feroci polemiche nel Paese, sono infatti intervenuti i massimi esperti del Nahdlatul Ulama (Nu) e del Consiglio degli ulema indonesiani (Mui), precisando che "l'islam non dice niente in materia", mentre la norma è da legare piuttosto alle "usanze locali". Tuttavia, il sindaco di Lhokseumawe non intende modificare il provvedimento e aggiunge che "la 'dignità' delle donne è diversa da quella degli uomini".
Il 7 gennaio scorso nel distretto di Lhokseumawe, provincia di Aceh, la sola in Indonesia in cui vige la legge islamica, è entrata in vigore la norma che regola la posizione delle donne in sella ai motocicli e ciclomotori. Seguendo i rigidi precetti della Sharia, essa vieta di sedersi "a cavalcioni", perché la posizione è ritenuta "troppo sconveniente" e assume i connotati di una "provocazione" per gli uomini. Gruppi attivisti e pro diritti umani parlano invece di "azione discriminatoria" sulle donne, in nome della religione e di una morale "assurda".
Sulla vicenda - oggetto di forti polemiche - è intervenuto oggi Said Aqil Siradj, presidente del Nahdlatul Ulama (Nu), il più importante movimento musulmano moderato del Paese, il quale sottolinea che nessun precetto della Sharia costituisce una base giuridica a sostegno della norma. In una conferenza stampa egli ha chiarito che "l'islam incoraggia le donne a 'coprire' le zone erotiche (aurat, in indonesiano)". Non vi sono leggi o direttive, aggiunge l'esperto, sulla posizione che le donne devono tenere a bordo di motocicli e "per quanto mi riguarda sedere a cavalcioni è moralmente accettabile".
Analoga la posizione del Consiglio degli ulema indonesiani, il quale conferma che "la norma non ha nulla a che vedere con la Sharia". Kiai Hajj Amidhan, capo del Mui, chiarisce che il provvedimento è legato a "costumi locali", piuttosto che a "questioni morali". "E se è più sicuro e appropriato per le donne - aggiunge - allora è meglio mantenere questa posizione [a cavalcioni] sulle moto". Con una precisazione ulteriore: la donna oggetto del trasporto deve essere la moglie, oppure deve trattarsi di "un caso di assoluta emergenza".