Mumbai, giustiziato Yakub Memom, pianificatore degli attentati nel 1993
Mumbai (AsiaNews) – L’India ha giustiziato Yakub Memon, l’uomo condannato per aver finanziato gli attentati esplosivi del 1993 a Mumbai, in cui morirono 257 persone. Memon è stato impiccato nella prigione federale di Nagpur, nello Stato del Maharashtra, questa mattina all’alba. Oggi avrebbe compiuto 53 anni. Qualche ora prima dell’esecuzione, la Corte suprema ha respinto la sua richiesta di grazia.
Memon, un ragioniere, è stato condannato a morte nel 2007 da un tribunale speciale a Mumbai, con l’accusa di aver fornito sostegno logistico e finanziario per gli attentati. Tra le 11 persone imputate per le stragi, egli è stato l’unico ad avere confermata la pena capitale anche in appello. Le richieste di grazia degli altri, invece, sono state tutte accettate. Il suo caso ha diviso il Paese, con molti che hanno chiesto fino all’ultimo la sospensione della pena.
Arun Ferreira, attivista per i diritti di dalit e tribali, lo ha conosciuto in carcere, dove ha trascorso quattro anni (2007-2011) per false accuse. “Oggi – dichiara ad AsiaNews – è un giorno molto triste per me. La pena di morte non è un’opzione, ma un omicidio di Stato”.
Durante la sua detenzione, Ferreira è stato più volte vittima di torture. Liberato e prosciolto da tutte le accuse, l’attivista racconta: “L’ho incontrato almeno 15 volte quando ero nella prigione di Nagpur. Le nostre conversazioni erano brevi. Lui era un uomo ben educato, colto, e diverse volte mi ha prestato libri da leggere. È una tragedia che Memon, che aveva fede nel sistema, sia stato abbandonato da esso. È un fatto che va contro la giustizia e contro l’umanità”.
“Io – afferma – sostengo con forza il Santo Padre, che parla in modo aperto contro la pena capitale e anche contro il tenere qualcuno per tutta la vita in prigione”.
Le esplosioni del ’93 presero di mira decine di obiettivi diversi, tra cui la borsa di Mumbai (Bombay Stock Exchange), gli uffici della compagnia di bandiera Air India e un hotel di lusso. Gli attentati sconvolsero una città ritenuta pacifica e multietnica, dando vita a divisioni settarie.
Sebbene non sia mai stata fatta completa chiarezza sulla vicenda, le bombe sono state viste come una risposta musulmana alla demolizione della moschea di Babar ad Ayodhya da parte di estremisti indù, avvenuta qualche mese prima.
Per una strana ironia della sorte, oggi a New Delhi sono stati celebrati i funerali di Abdul Kalam, 11mo presidente dell’India, contrario alla pena di morte.
08/09/2017 08:51