18/07/2006, 00.00
India
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Mumbai, dopo le bombe i leader indù minacciano un massacro dei musulmani

Il Consiglio mondiale indù ha avvertito il governo: se non assicura i colpevoli dell'attacco alle ferrovie di Mumbai alla giustizia, pronta una seconda carneficina ai danni della minoranza islamica. I precedenti nel 2002 e nel 1993.

Mumbai (AsiaNews/Agenzie) – I leader della più grande organizzazione mondiale indù hanno minacciato "un secondo Gujarat" contro la comunità musulmana del Paese se il governo indiano non assicura alla giustizia al più presto gli autori degli attentati di Mumbai alla giustizia. I rappresentanti del Consiglio mondiale indù hanno poi chiesto di "proteggere i fedeli dell'induismo dai terroristi" che, per loro, sono "sempre musulmani".

Il riferimento al "secondo Gujarat" vuole ricordare la carneficina operata dagli estremisti nazionalisti ai danni della minoranza musulmana come rappresaglia per il rogo di un treno in cui morirono 59 indù. Accusati dell'incidente, oltre mille fedeli dell'Islam morirono in incidenti violenti.

Ashok Singhal, presidente del Consiglio indù, ha sostenuto che "è colpa della politica buonista del governo nei confronti dell'Islam se questi terroristi hanno potuto uccidere degli indù e scappare impuniti". "Oltre il 90 % delle vittime dei terroristi in India – ha aggiunto – sono indù. E' un fatto che i terroristi islamici si sono diffusi per tutta la nazione, così come è un fatto che la loro unica missione sia quella di sterminare il maggior numero possibile di indù".

"Tutti sanno – ha sottolineato – che anche questo attacco era diretto contro degli innocenti. Se i governi coinvolti [quello del Maharashtra e quello federale ndr] non riescono a punire i colpevoli, saremo costretti a ripetere quello che è successo nel 2002".

Singhal ha parlato nel corso di una campagna di protesta nazionale di due giorni lanciata dal Bharatiya Janata Party [Bjp, maggior Partito politico indiano di impronta nazionalista-fondamentalist ndr]]. L'uomo è fra i presunti autori della distruzione della moschea di Ayodhya, nell'India settentrionale, avvenuta nel 1993: a seguito della distruzione, gli scontri interreligiosi portarono alla morte di tremila persone.

Nonostante gli attacchi alle ferrovie di Mumbai della scorsa settimana abbiano ucciso anche alcuni musulmani, la comunità islamica del Maharashtra e del Gujarat è molto preoccupata. "La maggior parte dei morti sui treni – dice un ufficiale dei servizi segreti indiani – era indù e molti di loro provenivano dal Gujarat. Questa campagna potrebbe portare la popolazione ad attaccare ed uccidere degli innocenti".

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