Mosul: 1.400 mogli e bambini di Daesh in stato di fermo
Sono rimasti dopo la cacciata dei jihadisti. Provengono per la maggior parte dalla Turchia e dai Paesi dell’ex-Unione Sovietica. Sono sottoposti a misure di sicurezza restrittive. Timore di tensioni con gli iracheni sfollati. Molte mogli sono state portate in Iraq con l’inganno.
Baghdad (AsiaNews/Reuters) – Sono 1.400 le mogli e i figli di sospetti combattenti di Daesh trattenuti dalle autorità irachene a Mosul, il più grande gruppo di stranieri in stato di fermo nel Paese. Rimasti dopo l’espulsione dei jihadisti, essi provengono per la maggior parte dalla Turchia e dai Paesi dell’ex-Unione Sovietica, in particolare Tajikistan, Azerbaijan e Russia. Ma alcuni provengono anche da altri Paesi asiatici o sono francesi e tedeschi. Si contano almeno 13 nazionalità.
Le 541 donne e i loro figli sono chiusi in un campo a sud di Mosul. Il colonnello Ahmed al-Taie ha affermato che l’esercito trattiene le famiglie di Daesh sotto restrittive misure di sicurezza in attesa di indicazioni da parte del governo. Insieme agli operatori umanitari, le autorità sono preoccupate delle tensioni che potrebbero crescere fra gli iracheni sfollati da Mosul e le famiglie di Daesh, qualora i primi cerchino vendetta per le violenze subite dopo la presa della città nel 2014.
“Sono i familiari di criminali violenti che hanno ucciso innocenti a sangue freddo – ha commentato il colonnello – ma quando li abbiamo interrogati abbiamo scoperto che quasi tutti erano stati fuorviati dalla malvagia propaganda di Daesh”.
Una donna francese di origini algerine di 27 anni racconta di essere stata ingannata dal marito: “Mi ha detto ‘andiamo in vacanza in Turchia per una settimana’. Aveva già prenotato i biglietti aerei e l’hotel... Non capisco perché ci abbia fatto questo. Vivo o morto – non potrebbe importarmi meno di lui”.