Mosca rivede chi è ‘amico’ nel mondo post-sovietico
Cambiamenti generati dalla guerra all’Ucraina. Kiev rimane il nemico numero uno, la Bielorussia il Paese con i rapporti migliori. Fluttua il Kazakistan, visto sempre più con sospetto dal Cremlino. Stabili Turkmenistan e Uzbekistan. Migliora l’intesa con la Georgia.
Mosca (AsiaNews) – Dopo un anno di guerra in Ucraina, la Russia si preoccupa di ridefinire la classifica dei Paesi “amici” e “ostili”. Ad esempio, il Kazakistan viene definito “fluttuante”, a metà delle due parti del tabellone. Un centro studi molto vicino al Cremlino, l’Istituto nazionale per le ricerche sullo sviluppo della comunicazione (Niirk), ha ricevuto l’incarico di classificare queste posizioni, pubblicando i dati relativi ai 14 Paesi ex-sovietici, che confinano con la Russia.
In quest’area viene sottoposto a verifica il livello di “amicizia” (družestvennost) di chi una volta era considerato “alleato” o “fratello” di Mosca, valutando le conseguenze della sanguinaria invasione dell’Ucraina e le successive reazioni di questi Paesi. In testa alla classifica si pone naturalmente la fedelissima Bielorussia, e fanalino di coda rimane, come ovvio, la “nazificata” Ucraina.
Meno scontate le altre posizioni della lista; stupisce che la Georgia, con cui la Russia ha combattuto nel 2008-2011, sia ora definita “relativamente amichevole” dal punto di vista di Mosca. Il Kazakistan, che all’inizio dello scorso anno era considerato il Paese più amico, ora è invece a metà classifica.
Il Niirk definisce come propria missione “lo sviluppo di un dialogo multipolare tra i popoli, le culture, le religioni, gli Stati e le organizzazioni scientifiche e accademiche della società civile, per il rafforzamento della pace e della concordia”. L’istituto spiega che le ricerche considerano 10 diversi modelli di comunicazione tra la Russia ei Paesi vicini, con 60 dati di riferimento che spaziano dalla “comunicazione di politica estera” a quella dei “mezzi d’informazione” e dell’ambito accademico e formativo, con un’attenzione particolare alle “politiche dei Paesi vicini nei confronti delle minoranze russofone”.
Gli studi di quest’anno mostrano una “polarizzazione tra la comunicazione amichevole e quella non-amichevole dei vari regimi”. Se in Ucraina, Estonia, Lettonia e Lituania “le condizioni di sviluppo comunicativo sono molto peggiorate, fino al divieto di comunicare”, in altre zone tradizionalmente amichevoli, come in Uzbekistan e Turkmenistan, che “prima erano piuttosto reticenti”, oggi le condizioni sono molto migliorate, assicura il Niirk.
Il crollo dell’amicizia dell’Estonia verso la Russia è passato dal -10,7 del 2021 al -51,8 dell’anno successivo, quando la premier Kaja Kallas è diventata una delle personalità più critiche dell’invasione russa in Europa, arrivando alla reciproca espulsione degli ambasciatori. L’Ucraina era già al -43,8 prima dell’invasione, quando era comunque più “amica” rispetto alla Lettonia, ora è al -83,6. Il Kazakistan si è rifiutato di seguire l’esempio della Bielorussia, sostenendo le operazioni militari di Mosca, e ora si trova nella condizione più indefinita.
L’iniziativa dello scorso mese degli imprenditori kazaki, che hanno innalzato la tenda “yurta” a Buča come aiuto umanitario, ha inasprito le relazioni diplomatiche tra Mosca e Astana. Il ministero russo degli Esteri ha preteso una presa di distanza del governo kazaco, “per non danneggiare il partenariato strategico e la collaborazione tra i nostri Paesi”. L’agenzia “della censura” russa Roskomnadzor attacca in continuazione i media dei Paesi vicini, chiedendo di eliminare i materiali che parlano della guerra, rivolgendo critiche a Mosca. Il sito kazako Arbat.media è stato addirittura citato in giudizio dal tribunale di Vladimir.
Secondo il Niirk, il Kazakistan rimane un Paese amichevole, ma non si può più affidarsi alla “inerzia delle sensazioni positive” nelle relazioni di Astana con Mosca. Il gruppo raccomanda di “fare degli sforzi e immaginare progetti speciali e programmi di sviluppo delle comunicazioni” tra i due Paesi, per non perdere lo storico affiatamento. I “progetti speciali”, in realtà, alludono a un maggiore controllo sui media: nei Paesi meno liberi in questo campo,come il Turkmenistan (+47,1), l’Uzbekistan e il Tagikistan, c’è molta più amicizia con la Russia.
19/05/2022 08:58
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