Mosca ordina un giro di vite sulle Ong, nel mirino le comunità religiose
Mosca (AsiaNews) - "Gli ispettori vanno in chiesa". Così il giornale russo Nezavisimaya Gazeta titola un lungo articolo in cui si dà conto delle conseguenze dell'ondata di controlli sulle organizzazioni no profit condotte dalle autorità russe tra febbraio e marzo in tutto il Paese e che hanno preso di mira anche molte comunità religiose. Dai cattolici ai pentecostali, passando per Testimoni di Geova, mormoni e musulmani. Tutte, tranne la Chiesa russo-ortodossa, fanno notare alcuni leader religiosi. Ufficialmente le ispezioni sono volte a verificare il rispetto della nuova legge sulle Ong, varata a fine 2012, e che impone alle organizzazioni no profit, che ricevono fondi dall'estero e che svolgono "attività politica", di registrarsi come "agenti stranieri". Pena multe salate e fino a due anni di detenzione.
Come pubblicato sul sito www.openinform.ru, comunità religiose di diverso tipo costituiscono un quarto del totale delle Ong a cui hanno fatto visita agenti dei servizi segreti, dell'agenzia delle entrate e delle forze dell'ordine. Come ha raccontato a Nezavisimaia Gazeta Pavel Chikov - a capo dell'organizzazione per i diritti umani Agorà e membro del Consiglio federale per lo sviluppo della società civile - l'elenco è stato redatto in base alle informazioni arrivate dalle stesse Ong, dalla stampa e dalle procure. Nella lista, compaiono "400 sedi locali" dei Testimoni di Geova in Russia.
Gli ispettori hanno fatto visita anche alle
istituzioni cattoliche. I primi di aprile è stato perquisito il centro Caritas
di San Pietroburgo, come ha riferito la stessa direttrice Natalya Pevtsova. Anche
la Caritas di Mosca ha ricevuto visite dalle forze dell'ordine, mentre ci sono
notizie - non confermate dalla
Conferenza episcopale russa - secondo cui, gli stessi controlli hanno
interessato gli uffici Caritas di Vladimir, Vologda, Berezniki, Kaluga, Perm,
Tula, Tver, Smolensk, Orel, Kursk, Nizhny Novgorod, Kaliningrad, Murmansk e
Novgorod.
Ufficialmente, le ispezioni mirano anche a verificare la presenza di elementi
estremisti o terroristi e gli standard sanitari e di sicurezza delle strutture.
Proprio per violazioni delle norme anti-incendio è stata già multata una
parrocchia di Novocerkassk, nel sud della Russia. Il parroco, padre Alexei
Polisko, dovrà pagare una sanzione di 450mila rubli (circa11mila euro) e ha
condannato l'iniziativa della procura, definendola "paradossale". "Con una
multa del genere hanno deciso di ucciderci", ha detto il sacerdote, facendo
notare che sul conto della parrocchia al momento ci sono appena 9.200 rubli. I
controlli avrebbero interessato anche altre parrocchie della regione di Rostov
- Volgodonsk, Azov e Rostov sul Don - e di Saratov. Secondo quanto riferito dal segretario generale della Conferenza episcopale russa, p.
Igor Kovalevsky, sono state perquisite anche chiese cattoliche a Orel e Kirov. Ma per ora nessuna di queste è stata sanzionata.
Nezavisimaya Gazeta riporta poi, con documenti alla mano, anche di ispezioni nella sede centrale della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli ultimi giorni, della comunità dei mormoni. Gli ispettori hanno fatto visita anche alla organizzazione musulmana "Misericordia" a Butovo, poco fuori Mosca, e alla Chiesa russa dei cristiani di fede evangelica, come riferito dallo stesso direttore della missione, il pastore Ivan Borichevskiy.
Konstantin Bendas, vescovo dell'Unione russa dei cristiani evangelici, ha riferito che i controlli hanno colpito organizzazioni religiose in 40 diverse regioni delle Russia. Secondo Dmitri Lavrov, segretario del Comitato consultivo delle chiese protestanti in Russia, "sono stati perquisiti tutti, tranne i nostri fratelli della Chiesa russo-ortodossa". Tra l'altro - fa notare Chikov di Agorà - stando ai dati del ministero della Giustizia, il Patriarcato di Mosca è quello che riceve più donazioni dall'estero. "Significa che la procura aveva un qualche motivo per controllare solo una parte delle organizzazioni no profit, che ricevono finanziamenti stranieri", ha denunciato Aleksandr Verkhovsky, direttore del centro Sova, che si occupa di minoranze e intolleranza. "Perché nella lista delle Ong da controllare siano finite anche le comunità religiose non è chiaro e magari non lo sapremo mai - ha aggiunto Verkhovsky - ma si tratta comunque di una forma di pressione".
12/06/2015
30/05/2020 08:09