Mosca e Pechino: partenariato ‘senza limiti’ sulla censura
Cinesi e russi intensificano la cooperazione per il controllo di internet. Nel mirino le informazioni sgradite che arrivano dall’estero. Un progetto nato nel 2017 e rafforzato dopo l’invasione russa dell’Ucraina. Grande attenzione al movimento di opposizione di Aleksej Naval’nyj.
Mosca (AsiaNews) – L’agenzia russa per il controllo di internet Roskomnadzor (Rkn) scambia da tempo informazioni con l’omologo cinese Cac, molto prima anche del recente incontro di affettuosi scambi tra Putin e Xi Jinping. Già nel 2022 i due Paesi avevano annunciato la partnership “senza limiti”, poco prima dell’inizio dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Negli ultimi anni, con l’inchiesta “Sistema”, Currentime e Radio Svoboda hanno scandagliato messaggi audio e protocolli d’intesa sul tema della censura informatica sino-russa.
Dai materiali raccolti, risulta che a giugno del 2017 Rkn e CaC abbiano svolto delle valutazioni comuni sull’influsso dei media nei meeting organizzati dal movimento di Aleksej Naval’nyj. Nel 2019 i dirigenti delle due agenzie hanno parlato dell’uso dell’intelligenza artificiale per rilevare i “contenuti proibiti”, e qualche tempo dopo Rkn ha cominciato a usare tali tecnologie, firmando anche con CaC un accordo di collaborazione, in base alla quale la controparte cinese chiedeva all’istituto russo di bloccare tutte le informazioni a essa sgradite, in particolare una pagina del social russo VKontakte dove si mostravano le danze degli uiguri.
Nel 2017 l’allora capo di Rkn, Aleksandr Žarov, aveva ricevuto una lettera a firma del capo dell’amministrazione presidenziale russa per le relazioni sociali, Aleksandr Smirnov, una copia della quale è finita nella disponibilità di Sistema. Žarov veniva invitato a partecipare al terzo Forum russo-cinese sui media, che si è tenuto il 4 luglio nel President Hotel di Mosca, parte della visita ufficiale di Xi Jinping in Russia di quell’anno.
Oltre agli incontri ufficiali, si era tenuto un colloquio segreto tra le agenzie di controllo per “scambio di esperienze sulla regolazione di internet”, su proposta dei cinesi, rappresentati dal vice ministro per lo Spazio cibernetico Ren Xianling e tre suoi collaboratori.
Allora Žarov aveva proposto di inviare degli specialisti cinesi in Russia, per insegnare le tecniche di blocco e controllo “di alta efficienza”, soprattutto il cosiddetto “Great Firewall” con cui le autorità cinesi censurano il traffico internet. I cinesi hanno a loro volta invitato a Pechino gli specialisti russi, per rendersi conto di persona di come funziona il loro sistema per difendersi dall’esterno; lo stesso Žarov sosteneva che il 95% delle informazioni vietate in Russia erano “di produzione straniera”.
Da allora la Russia ha sviluppato un sistema sempre più capillare di controllo della rete internet, senza perdere il contatto con CaC, a cui interessa capire come i russi classificano le “informazioni proibite”, come vengono elaborati i dati personali raccolti e come si riesce a produrre sulla rete una “immagine positiva” della Russia, all’interno e fuori del Paese.
La cooperazione tra russi e cinesi si è quindi concentrata sulle proteste dei navalnisti, dal 2017 a oggi, a cominciare dal film “Non è il vostro Dimon”, che ha distrutto la reputazione dell’ex presidente Dmitrij Medvedev, all’epoca ancora primo ministro. La depressione per le accuse ha portato Medvedev a una grave crisi di alcolismo, per cui è stato ricoverato in cliniche specializzate e quindi recuperato nella “comfort zone” delle strutture di potere del Cremlino.
A maggio 2017, anche a causa delle inchieste anticorruzione, la popolarità di Putin era scesa intorno al 50%, perdendo la fiducia plebiscitaria dell’annessione della Crimea di tre anni prima. L’escalation bellica con l’Ucraina dipende anche da quel difficile periodo, e le “operazioni militari speciali” servono non solo per riconquistare frammenti di territorio della “comune patria russa”, ma soprattutto per ristabilire l’unanimità del consenso interno grazie alla propaganda e alla censura. Arti in cui i cinesi sono certamente maestri, a livello mondiale.
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