Mosca, ‘Quaresima, il tempo più adatto a lottare per la giustizia’
All’inizio del periodo quaresimale, gruppi di persone hanno manifestato nella città con cartelli che riportano frasi bibliche. Solidarietà verso gli incarcerati per motivi di coscienza. L’attività sociale e politica di coloro “che vanno in chiesa”.
Mosca (AsiaNews) - Ieri 2 marzo è iniziata la Quaresima secondo il calendario giuliano della Chiesa Ortodossa, a cui si attiene il patriarcato di Mosca e diverse altre Chiese autocefale. Proprio nella “Domenica del Perdono”, in cui tutti i fedeli si scambiano il perdono reciproco per purificarsi all’inizio del Grande Digiuno, diverse persone hanno deciso di manifestare con picchetti isolati (gli assembramenti sono sempre più proibiti, soprattutto in tempi di coronavirus) per la difesa dei diritti civili e l’ingiusta incarcerazione dei prigionieri politici in Russia.
Sul Ponte dei Patriarchi, davanti alla cattedrale del Ss. Salvatore a Mosca, si sono dati appuntamento fedeli cristiani e musulmani. La scelta della Domenica del Perdono non è casuale: è un segno di solidarietà verso tante persone incarcerate per motivi di coscienza, ai quali sono stati attribuiti reati penali per infliggere loro lunghe condanne, secondo una pratica tristemente nota nel passato della Russia zarista e sovietica.
L’iniziativa dei picchetti solitari con cartelli di protesta, quasi tutti con citazioni bibliche a difesa dei prigionieri, è stata presa, secondo quanto dichiarato alla Novaja Gazeta, dal giovane Aleksej Minjaylo, uno dei ragazzi arrestati per le proteste moscovite dello scorso settembre contro le espulsioni dalle liste elettorali del Comune di Mosca. A suo parere “spesso i cristiani pensano che i prigionieri politici appartengano a un altro mondo, con cui loro non hanno nulla a che fare. Ma non è così: noi invitiamo tutti gli ortodossi a difendere i prigionieri di coscienza, per quelli politici e quelli che soffrono per la loro fede, come i Testimoni di Geova”. Minjaylo ha spiegato la scelta del giorno del Perdono: “Il digiuno non sta nella riduzione del cibo, ma nel compiere atti di misericordia, quindi la Quaresima è il tempo più adatto a lottare per la giustizia”.
La Novaja Gazeta ha raccolto le testimonianze di diversi manifestanti, come quella della pittrice di icone Anna Maslova (v. foto): “Siamo in un tempo in cui chiunque può trovarsi al posto di quelli che vengono spediti nei lager. Io sono una madre single e non sono mai andata alle manifestazioni, perché avevo paura che mi succedesse qualcosa… appena i figli sono cresciuti, vedendo quello che accadeva in Russia, sono andata dal mio padre spirituale e gli ho detto: io ho protetto i miei figli, ma mi sembra che ora bisogna difenderli facendo davvero qualcosa”.
Anna ha aggiunto che “sembra che qui si sia radunato solo un gruppetto di ortodossi liberali, ma non è così: ci sono molte persone che vanno in chiesa e ritengono di dover partecipare direttamente all’attività sociale e politica, magari soltanto sostenendo le famiglie dei carcerati, raccogliendo soldi e pregando insieme per loro. Anche se non si vedono su Facebook e in piazza, sono tanti gli ortodossi che non rimangono passivi e indifferenti”.
Aleksej Kozlov è un professore universitario di linguistica, e in chiesa serve all’altare durante le funzioni: “Oggi è l’ultimo giorno prima dell’inizio della Quaresima e noi ortodossi ci prepariamo alla contemplazione della Passione del Signore, la memoria della più terribile tra le ingiuste condanne della storia dell’umanità. Fu una condanna a morte, con tanto di umiliazioni e violenze personali sul più innocente degli uomini nati da donna, Gesù Cristo. E allora, ricordando quegli avvenimenti, non possiamo lasciare che ogni altra ingiusta condanna ci lasci indifferenti, è una cosa che non possiamo accettare”.
Nikolaj Bobrinskij è avvocato e deputato municipale: “Io sono un cristiano ortodosso, e la mia coscienza cristiana non può rassegnarsi alla menzogna che viene perpetrata a nome nostro, a nome dei cittadini russi nei tribunali, dove perseguitano degli innocenti. Oggi, nella domenica del perdono, vogliamo ricordare il dovere della misericordia verso tutti i colpevoli, e tanto più verso coloro che soffrono senza colpa; e tanto più gridare che senza una vera giustizia il popolo non può rimanere integro, su di esso si rovescerà la punizione divina”.
Nella foto: Anna Maslova con citazione da Eb 13,3: “Ricordatevi dei carcerati, come se foste loro compagni di carcere, e di quelli che sono maltrattati, perché anche voi avete un corpo”.
03/03/2021 08:56