Mosca, all’educazione patriottica partecipano anche le religioni tradizionali
In una nuova legge si tratteggia la figura del patriota: ama il proprio Paese: conduce uno stile di vita sano; niente fumo e abuso di alcolici; capace di formare una famiglia numerosa. Gli attori di tale educazione: le autorità pubbliche, organizzazioni del terzo settore, le famiglie e le confessioni religiose tradizionali. La legge dovrebbe essere varata entro il primo gennaio 2018, inizio della campagna elettorale presidenziale (con Putin superfavorito). Lo scetticismo del sociologo Leontij Byzov.
Mosca (AsiaNews) - L’educazione dei patrioti russi deve essere coltivata anche dai rappresentanti delle confessioni religiose tradizionali del Paese. È quanto emerge dal testo su un progetto di legge “Sull’educazione al patriottismo nella Federazione Russa”, presentato alla Duma di Stato il 15 novembre scorso. Nel documento non soltanto si introduce la definizione ufficiale di “patria”, ma si descrive come deve essere una persona che ama il proprio Paese: deve mantenere uno stile di vita sano, che esclude il fumo e l’abuso di alcolici, e soprattutto deve tendere a formare una famiglia numerosa.
La legge sul patriottismo è proposta da un gruppo di deputati del partito del presidente Putin, “Russia Unita”, e in essa si spiega che con il termine “patriottismo” si intende “un principio morale, un sentimento sociale il cui contenuto esprime l’amore verso la Russia, verso il proprio popolo, la coscienza della propria inseparabilità da esso, la disponibilità a servire con le proprie azioni i suoi interessi, la capacità di essere fedeli al dovere di difendere la Patria”. Questo stesso termine, nella versione slava di otechestvo, indica “la Russia, Paese nativo per una persona che vi appartenga per comunanza sociale, nazionale o regionale, e che consideri tale appartenenza una condizione indispensabile per la dignità della propria esistenza e per la piena realizzazione di se stesso”. La “comunanza” (obschnost) sottintende dunque una vera “comunione” di intenti e sentimenti (sobornost), secondo la dottrina slavofila della Chiesa Ortodossa, che indica nella natura del popolo russo una “capacità naturale” di unione nello spirito.
L’educazione patriottica, secondo il testo della legge, si suddivide in diverse direzioni di sviluppo. Anzitutto si considera quella morale e spirituale, che ha come fine l’ideale del servizio alla Russia, poi quella civile e propriamente patriottica, che pone tra i suoi scopi la manifestazione e il consolidamento “dell’orgoglio per la partecipazione comune alle grandi conquiste dei propri avi e alle loro tradizioni”. La terza dimensione indica quella patriottico-militare, a cominciare dalla devozione eterna ai combattenti caduti per la difesa della patria, e l’orgoglio per la grandezza dell’esercito russo.
Nel testo vengono anche specificati gli scopi e le qualità necessarie a un “patriota ben formato”. In particolare, ogni buon cittadino russo deve avere un rapporto positivo con il proprio lavoro, “uno dei valori più importanti dell’esistenza, per poter contribuire attivamente al bene della patria e dello Stato. L’insieme delle misure educative porterà il cittadino a provare l’esigenza di uno “sviluppo morale e spirituale, conducendo uno stile di vita impeccabile, coltivando la vita della famiglia, educando il maggior numero possibile di figli, senza far mancare la cura degli anziani e del prossimo, contribuendo a mantenere un clima di serenità nel collettivo dei lavoratori”.
A sostenere lo sforzo dell’educazione patriottica sono chiamate non soltanto le autorità pubbliche a tutti i livelli, ma anche le organizzazioni del terzo settore, le famiglie stesse e le “confessioni religiose tradizionali della Russia”. Questo impegno, secondo il documento, presuppone “la perseveranza e lo spirito di iniziativa nell’opera di trasformazione della mentalità dei cittadini”, come anche “dei loro sistemi valoriali, orientandoli verso gli interessi della società, della famiglia e dello Stato”.
Come esempi di buona azione educativa, nel progetto di legge si indicano la cura dei monumenti della gloria patria militare; la formazione dell’orgoglio nazionale fra gli adolescenti per le conquiste delle generazioni precedenti; una maggiore diffusione dello studio della storia militare russa e delle date celebrative. In effetti, la recente celebrazione nazionale del 4 novembre ha mostrato scarsa conoscenza da parte della popolazione, riguardo all’eroismo delle armate volontarie russe che nel 1612 scacciarono l’invasore polacco, salvando la Russia e inaugurando la dinastia degli zar Romanov.
Nel documento si sottolinea anche che, qualunque sia il mezzo con cui viene inculcato l’amor patrio, quello che conta è comunque il risultato. Vanno sempre tenute in conto le “particolari caratteristiche regionali e locali” e non trascurare l’opinione “delle associazioni pubbliche di cittadini e delle organizzazioni religiose ispirate dalle confessioni tradizionali”, come le tante confraternite e unioni patriottiche di cui attualmente il Paese pullula.
Patrioti ed elettori
Si prevede entro fine anno l’approvazione della legge, che entrerebbe in vigore dal 1 gennaio 2018, inaugurando di fatto la campagna elettorale del presidente Putin in vista delle elezioni presidenziale del 18 marzo, e la sua quasi certa rielezione al quarto mandato presidenziale (rimarrebbe così in carica fino al 2024, superando il quarto di secolo al potere). Alle autorità centrali e regionali verranno quindi affidati speciali poteri per sviluppare la propaganda patriottica, e s’introdurrà una terminologia ufficiale da inserire a tutti i livelli riguardo agli argomenti inerenti a tali questioni. Si prevede anche la possibilità di sostenere in ogni modo quelle organizzazioni che si distinguono nell’opera di educazione al patriottismo, con finanziamenti appositi e sgravi fiscali.
Alcuni commentatori, come il sociologo Leontij Byzov, hanno criticato la proposta di legge, ritenendola un eccesso di zelo di alcuni deputati che intendono mettersi in mostra. Secondo Byzov, lo spirito patriottico dei russi si riduce a poco più di un certo diffuso conformismo, senza grandi pretese, se non quella di ottenere il gradimento delle autorità. Non vi è dubbio, peraltro, che la propaganda patriottica abbia assunto tonalità molto intense dopo l’inizio del conflitto con l’Ucraina nel 2013 e l’annessione della Crimea il 18 marzo 2014, tanto da indicare proprio quella data come “giorno solenne delle elezioni” per tutta la Russia, in onore del referendum crimeano. A questa iniziativa si lega dunque la conferma della politica presidenziale degli ultimi anni, ma anche l’insistenza della Chiesa Ortodossa, a partire dal Patriarca Kirill, nell’inserire nei programmi sociali le finalità di elevazione morale della popolazione, anche per distinguersi dal secolarismo di tipo occidentale, così diffuso nella Russia stessa.
20/03/2018 13:26
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15/03/2004