Morto Li Peng, il macellaio di Tiananmen
L’ex primo ministro, 90 anni, ha guidato il massacro del 4 giugno 1989. Ha sempre difeso il suo operato – costato la vita a migliaia di persone – definendolo “un passo necessario”.
Pechino (AsiaNews) – Li Peng, noto come “Il macellaio di piazza Tiananmen”, è morto ieri nella sua casa di Pechino a causa di una malattia non meglio specificata. Lo confermano oggi i media cinesi di Stato. Li, 90 anni, è stato ai vertici della Repubblica popolare cinese negli anni ’80 e ’90 del secolo scorso: fu lui a ordinare la legge marziale per fermare le proteste di piazza del 1989.
Il politico ha sempre difeso la sua scelta, costata la vita a migliaia di persone, definendola “un passo necessario” per mantenere la stabilità della Cina. Inoltre, ha sempre sostenuto che la decisione venisse direttamente da Deng Xiaoping.
Li, nato a Chengdu, era figlio di uno dei primi membri del Partito comunista cinese. Alla morte del padre, fucilato dai nazionalisti del Kuomintang, venne adottato da Zhou Enlai. Nel 1945, a 17 anni, entra nel Pcc e viene inviato a Mosca per completare gli studi di matrice tecnica.
Nel 1979 diventa viceministro dell'Industria Pesante; nel 1981 viene promosso ministro.
Nel 1982 entra nel Comitato Centrale del Pcc. Nel 1985 viene promosso all'Ufficio Politico e alla Segreteria. Pur non essendo un riformista, lavora a stretto contatto con l’allora leader supremo Deng Xiaoping, che nel 1987 lo nomina primo ministro. Terrà la carica per due mandati. Si era ritirato dalla vita politica nel 2002.