12/02/2011, 00.00
INDONESIA
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Monte Merapi: progetto di rimboschimento unisce cristiani e musulmani

di Mathias Hariyadi
L’iniziativa prevede l’impianto di 112.500 alberi, in un’area vasta 75 ettari e compresa in tre villaggi. Fra i sostenitori l’arcivescovo di Semarang: l’ambiente è un “problema urgente” per l’economia e lo sviluppo della popolazione. Ad oggi già innestati oltre 50mila arbusti.
Jakarta (AsiaNews) – Un progetto di riqualificazione ambientale sulle pendici del monte Merapi – teatro dall’ottobre scorso di una serie di eruzioni – che prevede l’innesto di oltre 110mila alberi, in un’area vasta circa 75 ettari e compresa fra tre villaggi. È l’iniziativa lanciata da un forum interreligioso indonesiano, composto da cristiani e musulmani, a cui ha aderito con entusiasmo il movimento giovanile locale. Fra i sostenitori vi è anche mons. Johannes Pujasumarta Pr, arcivescovo di Semarang, che definisce la conservazione dell’ambiente un “problema urgente” per l’economia e lo sviluppo della popolazione.

Il progetto nato sulle pendici del monte Merapi, situato nella zona di confine fra le province dello Java centrale e Yogyakarta, è importante per due motivi: intende qualificare l’area colpita da una serie di eruzioni vulcaniche, che ha causato morti e devastazioni fra ottobre e novembre. Promuove iniziative comuni fra cristiani e musulmani all’insegna del multiculturalismo e della fratellanza, con il coinvolgimento dei giovani. “Un mese dopo l’installazione a vescovo di Semarang e tre mesi dopo l’eruzione vulcanica di Merapi – spiega ad AsiaNews mons. Pujasumarta – ho ricevuto l’invito da un gruppo chiamato PALM, formato da leader interreligiosi dello Java centrale, a sostenere i progetti di rimboschimento delle aree colpite dalla colata lavica”.

Il nome del gruppo è l’acronimo dello slogan indonesiano “Penghijauan Area Lereng Merapi” – la rinascita delle pendici del monte Merapi, mediante programmi di riforestazione – ed è sostenuto da numerose associazioni che promuovono il dialogo interreligioso. Fra gli altri partecipano all’iniziativa il Nahdlatul Ulama (Nu) – la più importante organizzazione musulmana moderata del Paese – di Yogyakarta, le suore di San Carlo Borromeo, scienziati e biologi cattolici, universitari e professori.

Il progetto di rimboschimento comprende un’area di 75 ettari, compresa fra tre villaggi dislocati sulle pendici del vulcano. “Vogliamo piantare almeno 112.500 alberi” afferma l’arcivescovo, di cui 51.750 già innestati e altri 85.875 che verranno forniti da benefattori. “La conservazione dell’ambiente – continua il prelato – è una questione urgente da incoraggiare, oltre a ripristinare l’economia della popolazione locale e un ecosistema ambientale sostenibile”.

Tutti i partecipanti coinvolti nel progetto, alla fine degli incontri cantano a gran voce l’inno nazionale indonesiano e recitano preghiere seguendo le indicazioni dei leader del movimento interreligioso. P. Aloys Budipurnomo Pr, capo della commissione interreligiosa dell’arcidiocesi di Semarang, sottolinea il sostegno entusiasta al progetto da parte dei giovani del posto: “è fonte di speranza – dichiara il religioso – piantare il seme della fratellanza tra i giovani attivisti di fedi diverse, grazie anche a questo progetto”.

L’iniziativa di rimboschimento delle pendici del monte Merapi segue un progetto avviato nel dicembre scorso da un sacerdote saveriano, p. Rodolfo Ciroi, che con l’aiuto di gruppi e istituzioni ha promosso la ricostruzione di un sistema di irrigazione, distrutto dalla colata lavica

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