Monsoni in Asia, crolla una moschea a Lahore: 24 morti. Centinaia di vittime nel Kashmir indiano
Lahore (AsiaNews/Agenzie) - È di almeno 24 morti e di sette feriti il bilancio aggiornato delle vittime del crollo di una moschea, avvenuto ieri a Lahore. Il luogo di culto sorge nel quartiere di Daroghawala, una delle zone più povere della metropoli, considerata la capitale culturale del Paese. Secondo fonti locali, a causare il cedimento improvviso del tetto sarebbero state le forti piogge di questi giorni, che hanno già provocato centinaia di morti in Pakistan e nella vicina India per frane e alluvioni.
In Pakistan e, in particolare, nella provincia del Punjab, i monsoni hanno causato oltre 231 morti, devastato centinaia di villaggi e sommerso intere aree agricole.
Per Bilal Yasin, ministro del governo provinciale, i forti rovesci hanno contribuito a indebolire la struttura della moschea (nella foto), che ha ceduto di schianto. Uno dei sopravvissuti, Zahid Bashir, ha raccontato che "sembrava una giornata normale, come tante altre; ero andato alla moschea per pregare... Ma all'improvviso, tutto si è trasformato in polvere e dolore, mi sentivo soffocare" sotto le macerie. "Mi ritengo fortunato per essere sopravvissuto - aggiunge - la vita e la morte sono davvero nelle mani di Dio".
Intanto centinaia di migliaia di persone restano senza casa in Pakistan e nella vicina India, a causa delle alluvioni che, per gli esperti, sono fra le peggiori degli ultimi decenni. Il numero totale delle vittime nei due Paesi ha superato quota 450; nel solo Kashmir indiano le vittime sono più di 200 e gli sfollati circa 400mila. Le autorità di Islamabad hanno diramato l'allerta per 700mila cittadini, costretti ad abbandonare le proprie case nel timore di crolli e inondazioni.
In queste ore centinaia di persone stanno cercando di lasciare Srinagar, la più importante città del Kashmir indiano; molti i turisti ammassati all'aeroporto, in attesa del primo volo utile per partire, assieme a lavoratori migranti in cerca di un viaggio gratuito perché impossibilitati a pagare il biglietto.
In Pakistan è previsto un ulteriore peggioramento della situazione; i muri provvisori di contenimento eretti accanto a fiumi e torrenti stanno cedendo, riversando altra acqua nei villaggi e sulle campagne. Il premier Nawaz Sharif parla di "momento triste" per la storia del Paese. Si è trattato di un evento "improvviso" e "nessuno poteva prevederne la portata".