Mons. Zen: la fede di Donald Tsang non è una garanzia di buona leadership
Hong Kong (AsiaNews/Scmp) - Donald Tsang, segretario generale del territorio, è il più probabile successore di Tung Chee-hwa, il capo dell'esecutivo che ieri ha ufficializzato le sue dimissioni. Ieri sera Tung è stato nominato alla vice-presidenza del Ccppc (Conferenza consultiva politica del popolo cinese). La nomina di Tsang è attesa per stasera.
Donald Tsang, 60 anni, due figli, è conosciuto come un devoto cattolico. Ogni giorno prima di recarsi al lavoro, frequenta la messa alla chiesa di St Joseph. Ma secondo il vescovo Joseph Zen, "essere un cattolico non garantirà a Tsang di essere un buon governatore".
Parlando al South China Morning Post, mons. Zen ha precisato che "Donald Tsang condivide le responsabilità di tutti i fallimenti di Tung. Egli è responsabile soprattutto delle scelte politiche da lui eseguite". Fra tutte il vescovo ricorda la legge che toglie ai nuovi immigrati il diritto alla pensione e alla sanità, come anche le tasse sugli stipendi dei collaboratori domestici. Mons. Zen, divenuto un simbolo della lotta di Hong Kong per la democrazia, ha espresso varie volte la sua delusione verso Donald Tsang, quando ha taciuto sulla legge anti-sedizione e sui provvedimenti contro le scuole cattoliche che limitavano la libertà di espressione e di educazione della popolazione.
"Il mio unico consiglio per chiunque diviene capo dell'esecutivo ha detto mons. Zen è questo: egli deve farsi carico di salvaguardare il principio della 'unica nazione; due sistemi' ". Questo principio, stipulato da Deng Xiaoping per il ritorno di Hong Kong alla madrepatria garantisce autonomia al sistema di vita di Hong Kong. Ma in tutti questi anni la Cina con il consenso e l'appoggio di Tung Chee-hwa è riuscita a influenzare in modo pesante il territorio.
"Solo il capo dell'esecutivo ha detto mons. Zen può aiutare il governo centrale a comprendere che qui siamo tutti patriottici. Le nostre critiche e proteste vengono dal nostro patriottismo".