Mons. Valles, presidente vescovi: gli omicidii ‘non giustificano sacerdoti armati’
Con l’omicidio di p. Richmond Nilo, il 10 giugno è salito a tre il numero dei sacerdoti uccisi dal dicembre 2017. La polizia filippina dichiara che nell’ultimo anno, più di 240 tra sacerdoti e pastori hanno richiesto il porto d’armi. L’arcivescovo di Davao: “Con la configurazione a Cristo, non è appropriato, per usare un eufemismo, che un sacerdote porti armi da fuoco per proteggersi”.
Manila (AsiaNews/CbcpNews) – I recenti assassinii di sacerdoti “non giustificano un clero armato”. Mons. Romulo G. Valles, arcivescovo di Davao e presidente della Conferenza episcopale (Cbcp), ribadisce la posizione dei vescovi filippini riguardo alle richieste di porto d’armi giunte alla polizia nazionale (Pnp) da parte di preti.
Lo scorso 10 giugno, con l’omicidio di p. Richmond Nilo a Zaragoza (Nueva Ecija) è salito a tre il numero dei sacerdoti uccisi dal dicembre 2017. L'assassinio del 40enne sacerdote della diocesi di Cabanatuan ha seguito le uccisioni di p. Mark Ventura a Gattaran (Cagayan) e p. Marcelito Paez a Jaen (Nueva Ecija).
La Pnp ha dichiarato che da giugno 2017, più di 240 tra sacerdoti e pastori hanno richiesto alle autorità il permesso di portare armi da fuoco al di fuori della residenza (Ptcfor). Secondo Oscar Albayalde, capo della Pnp, 188 di loro sono sacerdoti cattolici e 58 sono ministri e pastori di altre chiese cristiane.
Commentando i dati rilasciati dalle autorità in un documento diffuso due giorni fa, mons. Valles dichiara: “Non sono d'accordo con un tale modo di agire”. “Un prete è una persona configurata a Cristo – afferma il presule – Negli insegnamenti della Chiesa, un sacerdote agisce nella persona di Cristo. In mezzo alla Chiesa, in mezzo alla società, per la grazia dell'ordinazione sacerdotale, dovremmo vedere e sentire in sua presenza la persona di Cristo. Quindi, con questa configurazione di un prete a Cristo, non è semplicemente appropriato, per usare un eufemismo, che egli porti armi da fuoco per proteggersi”.
Consapevole “dei pericoli quotidiani” che corrono i sacerdoti, il presidente della Cbcp esprime fiducia nei confronti delle autorità e della Pnp: “Preghiamo per loro e le sfidiamo a fare del loro meglio in questo compito molto difficile ed impegnativo di proteggere tutti noi, inclusi i sacerdoti”. Mons. Valles scoraggia il clero di Davao a chiedere il porto d’armi ed invita i sacerdoti delle altre diocesi a discutere con i propri vescovi “quale sia la convenienza e che tipo di esempio ciò costituisca per il nostro popolo”. “Fratelli sacerdoti, a maggior ragione dovremmo pregare per una più profonda fiducia e gratitudine per la grazia dell'ordinazione che abbiamo ricevuto - che siamo configurati a Cristo e agiamo nella Sua persona in ogni momento della nostra vita”, conclude l’arcivescovo di Davao.