Mons. Pakaenoni, nuovo arcivescovo di Kupang: 'Urbanizzazione e società plurale le mie sfide'
La cerimonia di ordinazione, presieduta dal nunzio pontificio, si è tenuta il 9 maggio. L'arcidiocesi si trova nella provincia di Nusa Tenggara orientale, dove le comunità di cattolici e protestanti risalgono ai tempi coloniali. Secondo mons. Hironimus Pakaenoni la Chiesa cattolica locale ha bisogno di un nuovo approccio.
Jakarta (AsiaNews) - Il 9 maggio il nunzio pontificio mons. Piero Pioppo ha ordinato il nuovo arcivescovo di Kupang, mons. Hironimus Pakaenoni. La cerimonia di ordinazione si è svolta alla presenza di 41 vescovi indonesiani e di Timor Est, tra cui anche il precedente arcivescovo, mons. Petrus Turang, che ha guidato Kupang, che si trova nella provincia di Nusa Tenggara orientale, per 27 anni.
Nella parte indonesiana dell’isola di Timor, sono presenti due diocesi: Kupang e Atambua. Quest’ultima confina con Timor Est ed è molto più omogenea a livello etnico rispetto alla prima. Un elemento che ha sottolineato anche mons. Hironimus Pakaenoni in un’intervista a Hidup Magazine prima della sua ordinazione episcopale: “Nel nostro territorio, come risultato della competizione anche religiosa tra le ex potenze coloniali, gli olandesi e i portoghesi, che si sono fatti concorrenza a partire dal XVI secolo, risultano ancora marcate le differenze tra cattolici e protestanti. La nostra sfida è di stabilire buone relazioni, perché nonostante gli sforzi fatti finora, un senso di competizione è presente ancora oggi”, ha commentato il nuovo arcivescovo.
Tuttavia, come sacerdote diocesano locale, mons. Pakaenoni era già stato coinvolto in una serie di attività: “Sono stato nell'arcidiocesi di Kupang per quasi 25 anni, il che mi ha reso più facile identificare le sfide e le opportunità in questa enorme arcidiocesi”, ha detto.
Oltre alla “la società plurale” di Kupang, anche la migrazione e l’urbanizzazione sono temi che impegneranno il prelato: “In quanto capitale della provincia di Nusa Tenggara orientale, la città di Kupang è uno dei posti prediletti dagli immigrati, che arrivano qui in cerca di una vita migliore”, ha spiegato l’arcivescovo. “La presenza di persone con diversi background etnici provenienti dall’isola di Timor e dalle isole Flores ha creato una sfida in campo economico: i lavoratori provenienti dai villaggi hanno un basso livello di istruzione, hanno più difficoltà a competere con i cittadini urbani e di conseguenza vengono pagati poco”.
Tutte questioni che, secondo mons. Pakaenoni, possono essere affrontate dalla Chiesa tramite un nuovo approccio: “Credo che la Chiesa debba molto più consapevole dell'urgenza di cambiare i tradizionali metodi pastorali e passare da un approccio territoriale, alla pastorale moderna della diaspora”.
A tal proposito, mons. Hironimus Pakaenoni ha adottato il motto pastorale "Pasce ofos meas", che significa "Nutri le mie pecore".
20/12/2014
13/12/2022 13:30