Mons. Menamparampil: Le prossime elezioni le più cruciali nella storia dell’India moderna
L’arcivescovo emerito di Guwahati afferma che “la gente vuole fatti, non promesse”. Il Consiglio regionale dei vescovi del nord-est dell’India fissa le linee-guida del “buon governo”. Serve “onestà nella vita pubblica per combattere la corruzione”. Mons. Menamparampil: “L’attuale regime vuole guadagnarsi la stima esibendo la forza militare e vantandosi per le conquiste scientifiche”.
Guwahati (AsiaNews) – Senza dubbio, “le prossime elezioni sono le più cruciali della storia politica dell’India moderna”. Lo afferma ad AsiaNews mons. Thomas Menamparampil, arcivescovo emerito di Guwahati, in Assam. A meno di 10 giorni dall’inizio della tornata elettorale, egli pone alcuni interrogativi fondamentali: “La democrazia sopravvivrà? La Costituzione verrà rispettata alla lettera e nello spirito? Sarà confermato un governo partitico che ha scarso rispetto per le minoranze e i settori deboli della popolazione?”.
Secondo l’arcivescovo, le questioni citate “sono quelle che agitano di più le menti delle persone pensanti nel Paese”. Ovviamente, aggiunge, “tutti i partiti fanno grandi promesse, esprimono preoccupazione per i poveri. Ma di recente la maggior parte di essi ha perso credibilità. Le persone guidate dalle emozioni possono chiudere gli occhi per un po’. La gente vuole fatti, non promesse”.
A proposito di fatti, la scorsa settimana il Consiglio regionale dei vescovi dell’India nord-orientale ha diffuso un documento in sette punti in cui stabilisce le linee-guida per la scelta di buoni leader. A firma di mons. Dominic Jala, l’appello sottolinea la necessità di votare per un governo che “promuova l’onesta nella vita pubblica e l’eliminazione della corruzione a tutti i livelli; lavori per creare condizioni economiche migliori per i poveri e gli emarginati; assicuri un ambiente di vita sano e protetto per tutti, compresi donne e bambini; si prenda cura dei dalit; sostenga l’armonia tra le religioni; protegga l’ambiente”.
Mons. Menamparampil condivide l’intento delle linee-guida e aggiunge: “Votare è un dovere sacro e bisogna farlo in maniera responsabile. Mons. Jala dice con chiarezza che la Chiesa cattolica non si identifica con nessun partito politico, ma è molto preoccupata per le difficoltà vissute dai settori più poveri della società. L’invito all’onestà nella vita pubblica deriva dal fatto che sempre più spesso i partiti tendono ad accaparrarsi la lealtà [degli elettori] attraverso l’uso del denaro”.
Secondo l’arcivescovo emerito, l’invito all’armonia interreligiosa “arriva in modo tempestivo. In generale nella nostra regione esiste un’atmosfera pacifica, ma altrove vi è un aumento degli scontri”. A disinnescare questo clima di contrasto tra le comunità, continua, non contribuisce “l’attuale regime, che vuole guadagnarsi la stima esibendo la forza militare e vantandosi per le conquiste scientifiche”. Il riferimento è allo scontro in Kashmir tra l’esercito indiano e quello pakistano e il recente collaudo di un missile anti-satellite. “Le persone che sanno vedere, riescono a distinguere queste cose”, sostiene.
Infine il vescovo riferisce di essere “preoccupato per il fatto che le incertezze rimarranno anche dopo le elezioni. Tuttavia abbiamo fiducia nella saggezza innata degli elettori indiani che hanno fatto cadere i governi più potenti. I valori costituzionali non sono formulati solo sulla carta, ma sono nel sangue nella società che gli ha dato la luce. Abbiamo fiducia nella coscienza collettiva dell’elettorato”.
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